Garante Privacy, presentata la “Relazione sull’attività 2014”

La Relazione sull’attività 2014 presentata dal Garante per la protezione dei dati personali illustra lo stato di attuazione della normativa sulla privacy, traccia il bilancio del lavoro svolto nel diciottesimo anno di attività dall’Autorità e indica le prospettive di azione verso le quali essa intende muoversi.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha presentato la Relazione sul diciottesimo anno di attività e sullo stato di attuazione della normativa sulla privacy.

La Relazione sull’attività 2014 traccia il bilancio del lavoro svolto dall’Autorità e indica le prospettive di azione verso le quali intende muoversi nell’obiettivo di costruire una autentica ed effettiva protezione dei dati personali, in particolare in presenza di tecnologie di raccolta e uso dei dati personali sempre più invasive.

La sorveglianza di massa e i problemi posti dal terrorismo, anche informatico; il mondo della Rete e i Social media; il ruolo giocato dai grandi provider e la profilazione on line; la trasparenza della PA on line e le garanzie da assicurare ai cittadini; il fisco e la tutela delle riservatezza dei contribuenti; l’uso delle nuove tecnologie sul posto di lavoro; la protezione dei dati usati a fini di giustizia; il telemarketing selvaggio; i diritti dei consumatori; le banche dati pubbliche e private; il mondo della scuola; la sanità elettronica; i partiti e i movimenti politici; la conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico: sono stati questi alcuni dei principali campi di intervento del Garante per la protezione dei dati personali nel 2014.

La Relazione evidenzia che nel 2014 sono stati adottati 628 provvedimenti collegiali e che l’Autorità ha fornito riscontro a 4.894 tra quesiti, reclami e segnalazioni con specifico riferimento ai seguenti settori: marketing telefonico (in forte aumento); credito al consumo; videosorveglianza; recupero crediti; assicurazioni; rapporti di lavoro; giornalismo; condominio.

Sono stati decisi 306 ricorsi, riguardanti soprattutto banche e società finanziarie; datori di lavoro pubblici e privati; attività di marketing; editori (anche televisivi); compagnie di assicurazione, operatori telefonici e telematici; informazioni creditizie; amministrazioni condominiali.

I pareri resi dal Collegio al Governo e Parlamento sono stati 22 ed hanno riguardato, in particolare, il processo telematico; l’informatizzazione delle banche dati della PA; l’attività di polizia e sicurezza nazionale.

Sono state effettuate 385 ispezioni, svolte anche grazie all’ausilio del Nucleo privacy della Guardia di Finanza, che hanno riguardato settori particolarmente delicati: laboratori di analisi; società farmaceutiche; app mediche; sistema informativo della fiscalità; gestori dei nodi di interscambio dei dati Internet (Ixp); sim card telefoniche intestate illecitamente; banche; grandi alberghi; società che gestiscono i sistemi di mobile payment; importanti gruppi di intermediazione immobiliare; operatori telefonici e call center.

Le violazioni amministrative contestate sono state 577: una parte consistente ha riguardato il trattamento illecito dei dati, legato principalmente al marketing telefonico e all’uso dei dati personali senza consenso; alla omessa comunicazione, agli interessati e al Garante, di violazioni subite dalle banche dati di gestori di telefonia e comunicazione elettronica (data breach); all’omessa o inadeguata informativa agli utenti sul trattamento dei loro dati personali; alla conservazione eccessiva dei dati di traffico telefonico e telematico; alla mancata adozione di misure di sicurezza; all’omessa esibizione di documenti al Garante; all’inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.

Le sanzioni amministrative riscosse ammontano a circa 5 milioni di euro.

Le violazioni segnalate all’autorità giudiziaria sono state 39, in particolare per mancata adozione di misure minime di sicurezza a protezione dei dati.

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