Sono tante le storie che riguardano le donne vittime di violenza, un fenomeno molto ampio e diffuso; secondo i dati ISTAT i numeri sono enormi: nel 2014 sono 6.788.000 le donne vittime di violenza in Italia, di cui il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni, il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale e il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri.
Sono 652 mila le donne che hanno subito stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri; 3 milioni 466 mila donne hanno subito stalking nel corso della vita e, di queste, 1 milione 524 mila l’ha subito dall’ex partner, 2 milioni 229 mila da persone diverse dall’ex partner.
“Ma in questo scenario così drammatico una nota positiva c’è”, commenta il CCNCA-Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienza Lombardia, che nel 2015 ha seguito oltre 200 casi, tra donne e bambini provenienti da situazioni di maltrattamento “negli anni è aumentata la consapevolezza”. Se nel 2009 solo il 14,3 % delle donne considerava reato la violenza subita dal partner, nel 2014 la percentuale sale al 29,6%, e quasi raddoppiano le denunce alle forze dell’ordine (da 6,7% a 11,8%), così come le donne che si rivolgono ai circuiti di aiuto (dal 2,4 al 4,9%).
“Il significativo miglioramento nella consapevolezza” spiega Valerio Pedroni, referente per la tematica del CNCA Lombardia “è certamente dovuto anche alla rete di Centri Antiviolenza e di case protette che in questi anni hanno saputo organizzare un intervento complesso che va dalla sensibilizzazione su tutti i mezzi di informazione, sulle agenzie educative come le scuole, sui vari comparti delle forze dell’ordine e sugli operatori sociali e sanitari”.
Il CNCA Lombardia opera all’interno di reti inter-istituzionali diffuse sul territorio lombardo, partecipando su tutti i livelli e i fronti possibili a sostegno delle donne maltrattate.
Anche Regione Lombardia, attraverso il sito “Nonseidasola” offre informazioni sui centri antiviolenza del territorio regionale.
“È però sul fronte della prevenzione e dell’educazione che si deve agire” prosegue Pedroni, “per scardinare stereotipi di genere alla base del fenomeno della violenza e per far prevalere la cultura del rispetto e del reciproco riconoscimento tra uomini e donne. Anche su questo versante la Federazione è impegnata con un lavoro attento all’interno delle scuole e delle agenzie educative”.