In Italia il virus colpisce prevalentemente gli uomini che infatti rappresentano il 79,6% dei casi nel 2014, mentre continua a diminuire l’incidenza delle nuove diagnosi nelle donne. L’età media per i primi è di 39 anni, per le donne di 36 anni. La fascia di età maggiormente colpita è risultata quella dei 25-29enni (15,6 nuovi casi ogni 100.000 residenti).
L’84,1% di tutte le nuove diagnosi di infezione da Hiv è attribuibile a rapporti sessuali senza preservativo (rapporto omosessuali tra maschi: 40,9%; eterosessuali maschi: 26,3%; eterosessuali femmine 16,9%).
Il 27,1% delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera (con un’incidenza di 4,7 nuovi casi ogni 100mila italiani residenti e di 19,2 nuovi casi ogni 100mila stranieri residenti). Tra gli stranieri, la quota maggiore di casi è costituita da eterosessuali femmine (36%), seguita dal 27% di eterosessuali maschi, mentre tra gli italiani la proporzione maggiore è quella dei maschi che fanno sesso con maschi (49%), seguita dal 26% di eterosessuali maschi.
Sempre nel 2014 poco meno di un quarto delle 858 persone alle quali è stato diagnosticato l’Aids (la fase avanzata dell’infezione) ha eseguito una terapia antiretrovirale prima di arrivare in Aids conclamato. Un dato incredibile che dimostra come un enorme numero di persone Hiv positive sia inconsapevole della propria sieropositività: tra il 2006 e il 2014 è aumentata la proporzione delle persone che arrivano allo stadio di Aids conclamato ignorando la propria sieropositività, passando dal 20,5% al 71,5%. Da ciò deriva un maggior rischio di trasmettere il virus e un grave ritardo nell’avvio delle terapie con conseguenze per la propria salute.