Il Regolamento europeo 1169 del 2011 prevede infatti che i clienti siano informati della presenza dei principali nutrienti fonte di allergie: latte, glutine, uova, arachidi, semi di sesamo, soia, frutta a guscio, sedano, senape, anidride solforosa, lupini, molluschi, pesce, crostacei.
Non ancora chiaro come il regolamento andrà applicato. “A tre anni dalla pubblicazione del regolamento e a pochi giorni dalla sua applicabilità – denuncia Lino Enrico Stoppani, presidente di Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe-Confcommercio) – gli esercenti italiani attendono ancora di sapere quali indicazioni dovranno fornire e come lo dovranno fare, cioè se per iscritto o verbalmente. L’inerzia dei nostri governanti è inaccettabile, sia nei confronti dei consumatori con problemi di allergie che degli operatori economici sui quali incombe anche un severo regime sanzionatorio in caso di inadempimento”. Nel frattempo la Fipe si è organizzata predisponendo una metodologia semplificata di comunicazione degli allergeni dei prodotti somministrati, validata dal Ministero della Salute, inserita all’interno del manuale di corrette prassi igieniche (HACCP).
Sul fronte dei consumatori l’Adoc esprime il suo apprezzamento nei confronti della misura: “Tutelare la salute e la sicurezza alimentare è primario, l’indicazione degli allergeni nei ristoranti e negli esercizi pubblici è fondamentale e irrinunciabile – dichiara Lamberto Santini, presidente Adoc – il 10% degli italiani risulta allergico, anche in forma grave, ad alcuni alimenti, non si può non aumentare la loro tutela. Di allergia si può morire, occorre prestare la massima attenzione e adottare tutte le misure più idonee per prevenire questa eventualità. L’adozione e l’applicazione del Regolamento europeo 1169/2011 renderà la vita più sicura per tutti i consumatori allergici”.