Gli impatti ambientali dell’industria della moda e la consapevolezza dei consumatori

Realizzato un sondaggio che ha coinvolto un campione di quasi 8000 persone in 7 diversi paesi del mondo per comprendere cosa sanno i consumatori degli impatti ambientali dell’industria della moda e come le politiche ambientali dei brand influiscano sulle loro scelte di acquisto.

Il tessile e l’abbigliamento hanno visto raddoppiare negli ultimi 15 anni il loro volume di produzione. Il settore dell’abbigliamento muove 1.3 trilioni di dollari a livello mondiale dando lavoro a più di 300 milioni di persone.

Questo comparto produttivo purtottp si muove ancora prevalentemente seguendo un modello di economia lineare, le risorse non rinnovabili vengono estratte per produrre tessuti e poi vestiti che spesso sono utilizzati solo per brevi periodi e destinati velocemente allo smaltimento in discarica o all’incenerimento. Altri impatti negativi sull’ambiente prodotti dal comparto tessile e abbigliamento sono rappresentati da:
– elevate emissioni di gas serra, stimabili in 1,2 miliardi di tonnellate annue;
– elevato utilizzo di sostanze nocive nella produzione di tessuti;
– rilascio di microfibre in plastica nell’ambiente, soprattutto in fase di lavaggio degli indumenti in polyester, nylon e acrilico;
– uso di grandi volumi di fertilizzanti e pesticidi per la coltivazione delle fibre naturali che impattano sul suolo e sulle acque.

Per questo il settore industriale comincia oggi a ripensare ai propri modelli, impegnandosi a rendere i propri processi produttivi più sostenibili dal punto di vista ambientale, come dimostra anche la recente sottoscrizione della Carta della moda sostenibile e a favore del clima da parte di alcuni importanti marchi.

Ma se l’industria di questo importante comparto industriale sta muovendo i primi passi verso un cambiamento cosa pensano invece i consumatori? Sustainable Fashion Survey, curato da Ipsos Mori per conto di Changing Markets Foundation e Clean Clothes Campaign, indaga su quale sia la consapevolezza dei consumatori sulla relazione tra moda e inquinamento ambientale e come questa possa influenzare le scelte di consumo.
Il sondaggio è stato realizzato coinvolgendo quasi 8000 persone (7.701) in 7 differenti paesi: Gran Bretagna, USA, Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna.

Dalle risposte fornite dagli intervistati emerge una certa attenzione per l’ambiente e per gli impatti che su di esso produce l’industria del tessile e della moda.
Il 79% degli intervistati, infatti, ritiene importante sapere se questo comparto industriale abbia adottato misure per ridurre l’inquinamento ambientale derivante dalla catena di produzione.
Sempre la stessa percentuale di intervistati considera altresì utile che i brand della moda forniscano informazioni ai consumatori sui loro impegni per tutelare l’ambiente. Su questo aspetto gli italiani, insieme agli spagnoli, si mostrano molto sensibili, in generale, le donne più degli uomini (82% vs 76%) attribuiscono importanza alla conoscenza degli impegni a favore dell’ambiente assunti dai brand.
Il 56% degli intervistati si mostra deciso nell’affermare che non comprerebbe da un brand che inquina, a questo proposito i più convinti risultano i consumatori francesi seguiti da quelli italiani e spagnoli.
Solo il 17% si ritiene informato sugli impatti ambientali e sociali prodotti dal mondo della moda, ma il 46% è consapevole che l’industria della produzione di tessuti ed abiti determini impatti ambientali, i più sicuri a tale proposito si mostrano gli spagnoli e i francesi.

Fonte: ARPAT

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