Il 29 luglio è l’Overshoot Day, giorno in cui si esauriscono le risorse che il pianeta è in grado di generare in un anno

Secondo i calcoli del metodo dell’impronta ecologica nel 1970 il consumo di risorse naturali era pari alla produzione sostenibile delle risorse sul pianeta. Il 29 luglio è la data più anticipata mai registrata, l’umanità sta attualmente utilizzando le risorse naturali come se disponesse di 1,75 pianeti.

Secondo i calcoli del metodo dell’Impronta Ecologica promosso dal Global Footprint Network il 29 luglio l’umanità avrà utilizzato il budget di risorse naturali che il nostro Pianeta ci ha messo a disposizione per quest’anno. Secondo questi calcoli l’umanità sta attualmente utilizzando le risorse del pianeta come se disponesse di 1,75 pianeti.

Si tratta di un sovrasfruttamento che reso possibile perché si continua, anno dopo anno, a consumare il capitale naturale. La ricchezza del capitale naturale costituisce la base del benessere e dello sviluppo. Non imboccare la strada dello sviluppo sostenibile (come indicato dall’Agenda 2030 approvata nel 2015 da tutti i paesi del mondo in sede Nazioni Unite e da tutte le grandi convenzioni internazionali, come quelle sul cambiamento climatico, sulla diversità biologica, sulla desertificazione, costituisce un errore gravissimo per l’immediato futuro.

Non si può avere un vero sviluppo, denuncia il WWF, con un Pianeta saccheggiato che ha sempre più difficoltà a provvedere alle capacità di rigenerazione dei sistemi naturali per le generazioni future. I costi del sovrasfruttamento possono essere constatati nella continua deforestazione, nell’erosione del suolo, nella perdita di biodiversità e nell’accumulo di gas climalteranti nell’atmosfera.

Secondo il calcolo dell’impronta ecologica nel 1970 il consumo di risorse naturali era pari alla produzione sostenibile delle risorse sul pianeta: da allora si è andato erodendo fino a raggiungere, anno dopo anno, l’attuale 29 luglio, la data più anticipata mai registrata.

In questi giorni le Nazioni Unite hanno inoltre presentato il World Population Prospects 2019, l’ultima edizione di questo rapporto include gli avanzamenti sulle stime della popolazione mondiale dal 1950 ad oggi, con le proiezioni circa l’entità della possibile popolazione a partire da quest’anno sino al 2100, anno per il quale il report 2019 prevede una popolazione di circa 11 miliardi di abitanti (per l’esattezza 10 miliardi e 875 milioni).

La popolazione mondiale che oggi è di 7,7 miliardi di abitanti crescerà di altri 2 miliardi nei prossimi 30 anni e diventerà di 9,7 miliardi nel 2050. La popolazione mondiale attuale risulta essere quasi 10 volte di più degli 800 milioni di persone che si stima vivessero nel 1750, data indicata come inizio della Rivoluzione Industriale, e continua a crescere a un tasso di circa 83 milioni di individui l’anno.

Anche la popolazione urbana è cresciuta con grande rapidità. È passata dai 746 milioni di abitanti del 1950 giungendo quasi ai 4 miliardi del 2014. Si prevede che la popolazione urbana incrementerà di 2,5 miliardi nel 2050, sorpassando quindi in quel periodo i 6 miliardi. Alla metà di questo secolo si avrà una popolazione urbana equivalente alla popolazione globale che era presente sul pianeta nel 2002.

Le nuove proiezioni del Prospects 2019 indicano che la popolazione mondiale continua a crescere anche se i tassi di crescita sono molto diversi a secondo dei paesi e delle aree geografiche. Nove paesi faranno più della metà della popolazione globale prevista da qui al 2050 e sono, in ordine decrescente dell’incremento atteso, India, Nigeria, Pakistan, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, la Repubblica Unita di Tanzania, Indonesia, Egitto e Stati Uniti d’America. Per fare un esempio, l’Africa subsahariana passerà dagli attuali 1 miliardo e 66 milioni a 2 miliardi e 118 milioni nel 2050. Il WWF sottolinea come non si possa continuare con la crescita della popolazione, la crescita dei consumi, la crescita delle profonde ineguaglianze sociali ed economiche che stanno soffocando il mondo. È fondamentale cambiare rotta il prima possibile.

Fonte: WWF

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