E’ quanto chiedono al Csm i membri del CSM di UNICOST (unita’ per la Costituzione) Giuseppe Maria Berruti, Francesco Mannino, Luisa Napolitano, Fabio Roia, Alfredo Viola e Roberto Carrelli Palombi, depositando al comitato di presidenza del CSM la richiesta di aprire una pratica sul tema.
“L’inarrestabile crescita degli infortuni anche mortali sui luoghi di lavoro, fenomeno gia’ oggetto di rilievo istituzionale da parte del Capo dello Stato, impone plurimi interventi a tutti i livelli politici, sociali, amministrativi e giudiziari e il Consiglio Superiore della Magistratura, per il ruolo che ricopre nell’ambito dell’organizzazione sovraordinata degli uffici giudiziari, potrebbe intervenire per accertare se una giusta attenzione alla repressione qualificata e tempestiva dei reati in materia di sicurezza degli ambienti di lavoro viene realizzata dai dirigenti degli uffici giudiziari (in particolare Procure della Repubblica e Tribunali) nell’ambito dei progetti di organizzazione degli affari penali predisponendo, in tal senso, forme di monitoraggio, di sensibilizzazione, di ulteriore formazione dei magistrati addetti alla trattazione dei procedimenti“.
Infatti, rilevano i sei consiglieri dell’organo di autogoverno della magistratura, ““gli alti costi sociali causati dagli infortuni determinati da una scarsa attenzione anche economica per la tematica della sicurezza impongono un intervento del Consiglio nei termini delle proprie competenze”
(RMP)