Il gioco didattico è un’attività progettata allo scopo di insegnare o di far sperimentare qualcosa a chi in essa è coinvolto.
I giochi costituiscono un’esperienza apparentemente lontana dai temi abitualmente trattati nei corsi di formazione, quale che ne sia l’oggetto, e questa sensazione può essere particolarmente viva pensando alla formazione alla sicurezza, che si è abituati a veder
privilegiare gli aspetti tecnici. Al contrario, è proprio la distanza tra i contesti che costituisce la ragione per questa scelta didattica: l’obiettivo del formatore è infatti quello di mettere in moto dinamiche simili a quelle che si possono riscontrare nelle situazioni reali, ma collocandole in contesti inusuali allo scopo di facilitare l’osservazione da un punto di vista privo di preconcetti, da un’angolatura nuova.
Il gioco crea cioè quella distanza che permette di osservare le cose con occhio disincantato, per così dire ingenuo, e di essere consapevoli quanto l’appannamento derivante dalla routine ottunde nell’osservazione e nella valutazione delle situazioni e dei comportamenti.
Giocare aiuta ad allontanarsi dal contesto della vita normale. Il lieve spaesamento che deriva dal cambiamento dell’angolo visuale di per sé tende a facilitare l’abbandono degli abituali punti di osservazione.
Inoltre permette di effettuare in ambiente protetto esperienze e ad agire comportamenti che non si oserebbero nella situazione reale in quanto si minimizzano le conseguenze
delle azioni e si riduce o annulla il rischio.
Il sociologo dell’organizzazione C. Argyris sostiene che un buon modo per apprendere si basa sul confronto tra ciò che il soggetto fa e ciò che vorrebbe fare (per usare i suoi concetti tra modello in uso e modello atteso). In caso vi siano scarti tra l’uno e l’altro
l’apprendimento è possibile e può condurre alla ricerca e alla formulazione di nuove modalità di agire.
Farlo giocando riduce il rischio e la conseguente ansia nonché l’eventuale frustrazione derivante da una prestazione non soddisfacente. E, nel caso specifico dei comportamenti sul lavoro, impedisce a volte di farsi molto male.
L’abilità del formatore sta nel calibrare la distanza tra la situazione di gioco e la realtà in cui si vogliono trasferire gli apprendimenti prodotti nel gioco.
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