Il documento è stato presentato a Bruxelles, il 21 gennaio 2003, dalla Commissione delle Comunità Europea
“L’ Europa deve promuovere in modo più efficace lo spirito imprenditoriale. Occorrono più imprese nuove e dinamiche, determinate a trarre beneficio dall’ apertura dei mercati e a scegliere la strada della creatività o dell’ innovazione per perseguire la propria espansione”. E’ con queste parole che si apre l’ introduzione al Libro Verde sull’ Imprenditorialità in Europa, presentato a Bruxelles il 21 gennaio 2003 dalla Commissione delle Comunità Europee ( COM(2003)27 definitivo). Con questo documento, la Commissione intende sollecitare la sfida imprenditoriale europea, analizzando le lacune e il potenziale dell’ impresa nell’ Unione Europea, le possibilità di sfruttare la creatività o l’ innovazione, come orientare le imprese alla crescita, il ruolo dell’ imprenditorialità nel perseguimento di obiettivi sociali e, infine, la strada da seguire nell’ Unione Europea per una politica a favore dell’ imprenditorialità che contribuisca ad eliminare gli ostacoli allo sviluppo e alla crescita delle imprese. ” Verso la metà del secolo scorso – si legge nel documento della Commissione – gli economisti prevedevano la supremazia delle grandi imprese.Determinate dimensioni erano indispensabili per realizzare economie di scala, sfruttare i mercati esteri e mantenere il passo con i regolamenti e le nuove possibilità tecnologiche.Effettivamente negli anni 60 e 70 l’ economia era dominata dalle grandi industrie; in seguito si è avuta un’ inversione di tendenza. Le grandi imprese hanno razionalizzato le proprie attività mediante processi di ristrutturazione, esternalizzazione o ridimensionamento e tra il 1972 e il 1998 il numero degli imprenditori è aumentato, passando da 29 a 45 milioni nei paesi dell’ OCSE. I cambiamenti strutturali dell’ economia hanno cambiato la natura dei vantaggi relativi di cui gode l’ Europa, spostandoli verso attività basate sulla conoscenza
le “tecnologie dell’ informazione e delle comunicazioni ” (TIC) hanno aperto nuovi mercati per prodotti quali personal computer, software e servizi basati sulle TIC, che hanno rivoluzionato i processi produttivi in molte industrie e contribuito alla crescita del settore terziario. Il mercato interno posto in essere dall’ Unione europea si è sviluppato grazie all’ eliminazione di ostacoli, al riconoscimento reciproco e all’ armonizzazione. Esso agevola gli scambi in un mercato di 380 milioni di persone, che presto si espanderà a 450 milioni in seguito all’ allargamento”. Il documento sottolinea che l’ iniziativa imprenditoriale può essere presente in ogni settore e in ogni tipo di impresa. Quindi occorre che la cultura imprenditoriale si apra sempre di più ai vari campi d’ applicazione, tecnologico o tradizionale, verso piccole o grandi aziende, ricordandosi che l’ imprenditorialità è uno stato mentale e un processo volto a creare e sviluppare l’ attività economica combinando disponibilità a rischiare, creatività e/o innovazione con una sana gestione nell’ ambito di un’ organizzazione nuova o esistente. Per l’ Unione europea la sfida consiste nell’ identificare i fattori chiave per realizzare un clima favorevole alle iniziative imprenditoriali e all’ attività delle imprese. Grazie ad opportune politiche si dovrebbe cercare di accrescere il livello dell’ imprenditorialità europea adottando l’ approccio più adeguato per aumentare il numero degli imprenditori e promuovere la crescita delle imprese.
Fonte: Eur-Lex
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