Il manifesto “STOP Glifosato” per chiedere il divieto definitivo dell’uso del pericoloso pesticida

Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica chiedono il bando della produzione, commercializzazione e uso del glifosato, un pesticida molto diffuso e definito cancerogeno dallo IARC.

Divieto di produzione, commercializzazione e uso di tutti i prodotti fitosanitari a base di glifosato. Lo chiede il 14 settembre 2015, in una lettera inviata al Governo italiano, il Tavolo delle associazioni nazionali ambientaliste e dell’agricoltura biologica.

Definito quest’anno dallo IARC – International agency for research on cancer (l’agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms) sicuro cancerogeno per gli animali e fortemente a rischio anche per l’uomo, il glifosato è il pesticida più utilizzato al mondo e presente in 750 formulati tra i quali il Glinet® e il Roundup®, quest’ultimo proposto dalla Monsanto in abbinamento a sementi OGM che sviluppano resistenza a questo prodotto.

Il tavolo chiede inoltre alle Regioni di rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono e di escludere da qualsiasi premio nei PSR le aziende che ne facciano uso evitando di premiare e promuovere “l’uso sostenibile” di un prodotto dichiarato cancerogeno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il manifesto “STOP Glifosato”, partito da un’iniziativa di AIAB e FIRAB, è diventato il simbolo di una campagna abbracciata dal Tavolo delle associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica che ha già raccolto l’adesione di molte altre organizzazioni nazionali.

La pericolosità del glifosato per persone, piante e animali è ampliata dal fatto di essere largamente utilizzato non solo in agricoltura ma anche per la pulizia delle strade e delle ferrovie e presente nei prodotti per il giardinaggio e l’hobbistica. Anche i bambini possono essere esposti al pericolo del glifosato durante le erogazioni in aree pubbliche come scuole e giardini. Inoltre, risulta presente, secondo dati internazionali, nell’acqua; in Italia, secondo il report “Pesticidi nelle acque dell’ISPRA, è la sostanza che più spesso supera i limiti delle soglia fissata dalla legge, insieme al suo metabolita (ossia il prodotto dalla degradazione del glifosato) di nome Ampa.

L’Italia è uno dei maggiori utilizzatori di questo pesticida ed è incluso nel Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN). Il che significa che tutti i Programmi regionali per lo sviluppo rurale (Psr 2014-2020), nei prossimi anni, promuoveranno come sostenibile e incentiveranno l’uso di un prodotto che in realtà è cancerogeno, e classificato, in passato, come interferente sul sistema endocrino e, più di recente, secondo studi del Mit del 2013-2014, alla base di gravi pericoli come l’insorgenza della celiachia. Senza parlare delle correlazioni epidemiologiche tra l’esposizione al glifosato e il linfoma di non-Hodgkin e agli aumenti di leucemie infantili e malattie neurodegenerative (come il Parkinson).

“Chiediamo con urgenza al Governo l’applicazione del principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica – dichiara nella lettera il portavoce del tavolo delle associazioni Maria Grazia Mammuccini – e che si vieti in via definitiva e permanente la produzione, commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti a base di glifosato”.

“Le alternative al glifosato ci sono, e vanno rese note e incentivate – conclude Mammuccini – sia in agricoltura che per la manutenzione del verde pubblico. Si tratta di buone pratiche agronomiche ecologiche, a partire dai metodi di coltivazione biologici e biodinamici, che risultano sostenibili anche nel rapporto costi-benefici, sia a breve che a medio termine”.

Fonte: WWF

Approfondimenti

Precedente

Prossimo