Sulla Gazzetta Ufficiale dellUE C 77/43 del 31-3-2009 è pubblicato il Parere del Comitato Economico e Sociale Europeo in merito alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione delluso dellenergia da fonti rinnovabili.
Nelle Conclusioni e raccomandazioni del Parere del CESE sono accolte favorevolmente i piani per il clima 2007 del Consiglio europeo, che saranno attuati anche attraverso la proposta di direttiva in esame.
Il Comitato approva espressamente laffermazione della Commissione secondo cui lauspicato sviluppo delle energie rinnovabili non è solo opportuno dal punto di vista della politica climatica ma ha/può avere altresì un chiaro impatto positivo sullapprovvigionamento energetico, sulle possibilità di sviluppo a livello regionale e locale, sullo sviluppo rurale, sul potenziale di esportazione, sulla coesione sociale e sulla creazione di posti di lavoro specialmente per quanto riguarda le piccole e medie imprese.
Pertanto, il CESE approva la proposta di direttiva e lobiettivo di una quota del 20% di energie rinnovabili. In tali energie esso ravvisa non solo un contributo alla protezione del clima, ma anche un giusto obiettivo strategico di politica energetica che porterà a una maggiore autosufficienza energetica, che porterà a una maggiore sicurezza di approvvigionamento.
Lobiettivo del 20% di CO2 in meno entro il 2020, che andrà realizzato mediante altre direttiva, e quello del 20% di energia finale prodotta a partire da fonti rinnovabili su cui verde il presente parere sono strettamente correlati e si integrano a vicenda. Vanno però considerati indipendentemente luno dallaltro, tanto più che alcune delle ER non hanno sempre necessariamente effetti decisamente positivi sul clima (ad esempio gli agrocarburanti).
Anzi, sul problema degli agrocarburanti, il Comitato approva liniziativa dellUE di introdurre criteri di sostenibilità per gli stessi agrocarburanti. Tuttavia, i criteri ecologici formulati nella proposta non sono abbastanza ambiziosi e le questioni sociali vengono totalmente ignorate. Su questo aspetto afferma il CESE la proposta di direttiva si rivela totalmente inadeguata.
Il Comitato osserva che la scelta strategica di sostituire in parte il gasolio per autotrazione o la benzina con agrocarburanti costituisce una delle misure meno efficaci e più costose per la prevenzione dei cambiamenti climatici, e comporta unallocazione estremamente erronea delle risorse. Il Comitato non comprende perché proprio le misure più dispendiose debbano essere anche quelle che ricevono il massimo sostegno politico, tanto più che una lunga serie di domande di natura non solo economica, ma anche ecologica e sociale rimane senza alcuna risposta. Pertanto, il CESE lobiettivo specifico del 10% per gli agrocarburanti.
Il Comitato approva espressamente laffermazione della Commissione secondo cui lauspicato sviluppo delle energie rinnovabili non è solo opportuno dal punto di vista della politica climatica ma ha/può avere altresì un chiaro impatto positivo sullapprovvigionamento energetico, sulle possibilità di sviluppo a livello regionale e locale, sullo sviluppo rurale, sul potenziale di esportazione, sulla coesione sociale e sulla creazione di posti di lavoro specialmente per quanto riguarda le piccole e medie imprese.
Pertanto, il CESE approva la proposta di direttiva e lobiettivo di una quota del 20% di energie rinnovabili. In tali energie esso ravvisa non solo un contributo alla protezione del clima, ma anche un giusto obiettivo strategico di politica energetica che porterà a una maggiore autosufficienza energetica, che porterà a una maggiore sicurezza di approvvigionamento.
Lobiettivo del 20% di CO2 in meno entro il 2020, che andrà realizzato mediante altre direttiva, e quello del 20% di energia finale prodotta a partire da fonti rinnovabili su cui verde il presente parere sono strettamente correlati e si integrano a vicenda. Vanno però considerati indipendentemente luno dallaltro, tanto più che alcune delle ER non hanno sempre necessariamente effetti decisamente positivi sul clima (ad esempio gli agrocarburanti).
Anzi, sul problema degli agrocarburanti, il Comitato approva liniziativa dellUE di introdurre criteri di sostenibilità per gli stessi agrocarburanti. Tuttavia, i criteri ecologici formulati nella proposta non sono abbastanza ambiziosi e le questioni sociali vengono totalmente ignorate. Su questo aspetto afferma il CESE la proposta di direttiva si rivela totalmente inadeguata.
Il Comitato osserva che la scelta strategica di sostituire in parte il gasolio per autotrazione o la benzina con agrocarburanti costituisce una delle misure meno efficaci e più costose per la prevenzione dei cambiamenti climatici, e comporta unallocazione estremamente erronea delle risorse. Il Comitato non comprende perché proprio le misure più dispendiose debbano essere anche quelle che ricevono il massimo sostegno politico, tanto più che una lunga serie di domande di natura non solo economica, ma anche ecologica e sociale rimane senza alcuna risposta. Pertanto, il CESE lobiettivo specifico del 10% per gli agrocarburanti.
(LG-SP)
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