Il Parlamento europeo vara la nuova direttiva sui servizi nel mercato interno

Dopo due anni di lavoro, costellato da discussioni, dibattiti e continue modifiche, il Parlamento europeo h adottato, il 16 novembre scorso , ha approvato la direttiva sui servizi nel mercato interno il cui testo riduce gli ostacoli alla prestazione di servizi negli altri Stati membri dell’ UE, senza però danneggiarne i modelli sociali e di lavoro.

Dopo due anni di lavoro, il Parlamento europeo ha adottato a larga maggioranza, in prima lettura, la sua relazione sulla direttiva relativa ai servizi nel mercato interno, uno dei testi di maggiore importanza per l’ UE. Il progetto iniziale è stato rivisto (dopo l’ accantonamento della contestata proposta di direttiva “Bolkestein”) in profondità, ma l’ obiettivo non è cambiato: eliminare gli ostacoli alla libera circolazione dei servizi. I deputati europei chiariscono che la direttiva non incide sui diritti sociali dei lavoratori previsti dalle legislazioni nazionali.
Il Parlamento europeo, combinando l’ accordo raggiunto dai due maggiori gruppi parlamentari con i suggerimenti della commissione per il mercato interno, ha praticamente riscritto la direttiva . La relatrice Evelyne Gebhardt 8 del gruppo PSE) h sottolineato che il Parlamento “h ribaltato il senso della direttiva e l’ ha riorientata in un’ ottica sociale a vantaggio dei cittadini”
Il testo della direttiva, così come emendato dal Parlamento europeo dopo un turno di votazioni durato 118 minuti, ha raccolto 391 voti favorevoli, 213 contrari e 34 astensioni. La relativa risoluzione legislativa, d’ altra parte, ha ottenuto 394 voti favorevoli, 215 contrari e 33 astensioni. Prima di procedere al voto dei 404 emendamenti, il Parlamento europeo aveva respinto, con 153 voti favorevoli, 496 contrari e 1 astensione , la proposta dei Verdi e della Sinistra europea di respingere la direttiva.
Lo scopo della direttiva è di realizzare un vero mercato interno dei servizi stabilendo un quadro giuridico volto a eliminare, da un lato, gli ostacoli alla libertà di stabilimento dei prestatori di servizi e, dall’ altro, le barriere alla libera circolazione dei servizi tra Stati membri.
Gli Stati membri avranno tre anni per implementare questa direttiva.

Precedente

Prossimo