Anche in Italia si va diffondendo questa retorica pubblica che non esita ad incorporare accenti di intolleranza e xenofobia ha detto il Presidente Napolitano. Eun argomento ricorrente nei discorsi del Capo dello Stato lallarme per una deriva disumana che emargina i più deboli. Anche nei giorni scorsi, nel messaggio per lanniversario della fondazione della Polizia di Stato, aveva parlato del rischio di ingenerare una percezione di insicurezza e preoccupanti fenomeni di intolleranza.
Lintervento del Presidente alla Conferenza annuale delle Fondazioni europee è stato applaudito in modo convinto e partecipe, in particolare quando ha lanciato il suo monito mentre proprio in altri Palazzi si prendevano decisioni di altro tenore.
Ma non è la prima volta che dal Colle arriva lindicazione a lavorare per una società migliore, che garantisca tutti, e non faccia sentire nessuno espulso. Sia esso nato in Italia, sia arrivato nel nostro Paese alla ricerca di una vita migliore contribuendo a differenze in termini di origine etniche, religiose e culturali ormai aumentate e che debbono essere considerate una ricchezza e non tradursi in un fattore di esclusione.
E gli applausi non sono mancati anche quando il Presidente Napolitano ha parlato della necessità di dare un nuovo impulso al contrasto delle vecchie e nuove povertà allinterno dei nostri paesi che, non possiamo permetterci di dimenticarlo, sono la parte ricca di questo pianeta. Per fare fronte alle sfide che pro vengono dalla povertà vecchia e nuova, dalle disuguaglianze inaccettabili fra e allinterno delle nazioni non possiamo certo rispondere con la mera conservazione e la difesa degli interessi nazionali.
A coloro che governano i fenomeni globali , sia economici che politici, a coloro che approvano le leggi, ma anche alle Fondazioni quanto mai utili per elaborare strategie innovative, il Capo dello Stato ha voluto ricordare la necessità di un flusso costante di aiuti, ma ancor più di idee nuove e nuovi stili di intervento, nuovi strumenti di governo a livello globale, una reale volontà di cooperare su un piano di parità. La necessità di innescare un nuovo ciclo di sviluppo che non intacchi i livelli di equità e di coesione sociale raggiunti ma, anzi, li migliori.
(LG-FF)