Il Protocollo di Kyoto

Dal 30 novembre scorso, il primo atto compiuto dalla Conferenza mondiale sul clima che si è aperta a Montreal il 28 novembre scorso e si è chiusa il 9 dicembre, è stato quello di adottare gli ultimi regolamenti per rendere definitivamente e ufficialmente funzionante il Protocollo di Kyoto del quale riportiamo nel link il testo completo.

Scopo del Protocollo delle Nazioni Unite , meglio noto come Protocollo di Kyoto dal nome della città giapponese in cui il trattato fu siglato, pienamente operativo dal 30 novembre scorso, è la lotta contro i cambiamenti climatici con un’azione internazionale mirante a ridurre le emissioni di taluni gas a effetto serra responsabili del riscaldamento del pianeta. Il testo è già stato ratificato dall’Italia con la Legge 120 del 2002. L’entrata in vigore è stata il 16 febbraio 2005 perché questa data segna il novantesimo giorno successivo alla data in cui almeno 55 Parti della Convenzione (tra le quali i paesi sviluppati le cui emissioni totali di biossido di carbonio rappresentano almeno il 55% della quantità totale emessa nel 1990 da questo gruppo di paesi) lo abbiano ratificato . Ma la piena operatività si è avuta solo dopo l’apertura della Conferenza delle Nazioni Unite diMontreal con gli ultimi regolamenti attuativi
Il protocollo di Kyoto concerne le emissioni di sei gas a effetto serra: biossido di carbonio (CO2); metano (CH4); protossido di azoto (N20); idrofluorocarburi (HFC); perfluorocarburi (PFC) ed esafluoruro di solfo(DF6).
In merito a queste emissioni il Protocollo contiene obiettivi vincolanti e quantificati di limitazione e riduzione dei gas ad effetto serra.
Infatti, globalmente le parti si impegnano a ridurre le loro emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990 nel periodo 2008-2012. Gli Stati membri dell’Unione europea devono ridurre collettivamente le loro emissioni di gas ad effetto serra dell’8% tra il 2008 e il 2012.
Per il periodo anteriore al 2008, le parti si impegnano a compiere progressi nella realizzazione dei loro impegni non oltre il 2005 e a fornirne le prove.
Per raggiungere questi obiettivi, il Protocollo prone una serie di provvedimenti:
-rafforzare o istituire politiche nazionali di riduzione delle emissioni (miglioramento dell’efficienza energetica, promozione di forme di agricoltura sostenibili, sviluppo di fonti di energia rinnovabili,ecc.);
-cooperare con le altre parti contraenti (scambi di esperienze o di informazioni, coordinamento delle politiche nazionali a scopo di efficienza attraverso meccanismi di cooperazione, quali i diritti di emissione, l’attuazione congiunta e il meccanismo di sviluppo pulito).

Fonte: Eur-Lex

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