Nelle politiche energetiche e nella lotta al cambiamento climatico, insomma lItalia è indietro. Il rapporto dimostra che, cifre alla mano, anche da noi è possibile realizzare gli obiettivi fissati dalla UE al 2020 per il potenziamento dellefficienza energetica, la diffusione delle fonti rinnovabili e la riduzione delle emissioni di gas serra.
Nello scorso decennio, in Italia, tutti gli indicatori energetici e quelli relativi alle emissioni climalteranti hanno mostrato un segno contrario alle speranze di unevoluzione verso una economia più efficiente ed rinnovabile.
– Crescono le emissioni di gas serra, giunte nel 2005 a oltre 580 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (+0,3% sullanno precedente), ma nei due anni successivi si registra finalmente una lieve inversione di tendenza;
– siamo il terzo paese europeo per emissioni (eravamo il quinto nel 1990 e il quarto nel 2000);
– mentre lUnione europea ha ridotto del 7,9% le proprie emissioni rispetto al 1990 (nellEuropa a 15 sono scese del 3%), lItalia le ha viste crescere del 12, 1%, soprattutto a causa dellaumento dei consumi per trasporti (+27%), della produzione di energia elettrica (+16%) e della produzione di riscaldamento per usi civili (+21%);
– le nostre emissioni procapite di gas climalteranti sono, sia pure di poco, superiori alla media europea e circa il doppio della media mondiale e circa il doppio della media mondiale;
– lintensità di emissioni di CO2 rispetto alla ricchezza prodotta (misurata come PIL) è aumentata in Italia del 2% tra il 2000 e il 2005; rispetto al 1990 per ogni milione di euro (a valori costanti) le emissioni di CO2 sono diminuite in Italia del 7%, mentre in Germania e negli Stati Uniti sono scese del 24%, in Gran Bretagna del 33% e in Cina del 44%.
Questi alcuni dati riportati nelledizione 2008 di Ambiente Italia di Legambiente edito da Edizioni Ambiente (256 pagine, 18) euro di cui ci limitiamo a riportare nel link il sommario del volume.
(LG-FF)