Il 17 aprile scorso è stato presentato da Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, lannuale rapporto Ecomafia 2007, dove sono riportate storie e numeri aggiornati sul malaffare ambientale.
La Campania sommersa dai rifiuti, la Campania teatro delle guerre di camorra, la Campania dove cè una continua escalation di violenza, è anche la Campania dei reati contro lambiente. Qui le violazioni della leggi ambientali toccano il record, rappresentando ormai il 13,5% del totale nazionale. La Campania non è però l sola regione dove prosperano le ecomafie. Nel nostro paese, infatti, la criminalità organizzata che fa affari ai danni della salute dei cittadini, del paesaggio, del territorio, dei beni artistici, della flora o della fauna, ha oggi un giro di affari di 23 miliardi di euro, fa sparire nel nulla una montagna di rifiuti alta come il Gran Sasso (2.600 metri ), traffica ogni anno animali selvatici per un valore di oltre 3 miliardi, costruisce migliaia di case abusive (30.000 solo nel 2006).
Storie e numeri aggiornati sul malaffare ambientale che sono riportati in Ecomafia 2007, lannuale Rapporto di Legambiente, presentato il 17 aprile scorso a Roma da Roberto Della Seta, presidente di Legambiente.
Il bilancio dellanno appena trascorso descritto nel Rapporto 2007 è di tre reati contro lambiente ogni ora. Nel 2006 sono state accertate dalle forze dellordine 23.668 infrazioni (contro le 23.660 del 2005) e le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, Sicilia, Calabria, Puglia e Campania sono stabilmente ai primi posti della classifica con il 45,9% dei reati ambientali. Le notizie più preoccupanti arrivano dai rifiuti, soprattutto quelli speciali pericolosi e non, che alimentano sempre più i profitti delle organizzazioni criminali. Quelli fatti sparire nel nulla sono almeno 26 milioni di tonnellate, circa il 25% del totale del prodotto, e il business della Rifiuti spa cresce in un anno del 38%. Da questo fronte però precisa Legambiente arrivano anche notizie positive: il 2006 è lanno dei record, per il numero dinchieste (18), di arresti (126) e di persone denunciate (417), grazie allo strumento fornito dalle forze dellordine e alla magistratura dallintroduzione del delitto ambientale di organizzazione di traffico illecito di rifiuti (previsto dallart. 53 del decreto Ronchi, oggi sostituito dallrt. 260 del Codice dellambiente). Dalla sua entrata in vigore, nel 2002, fino a marzo 2007, le forze dellordine hanno concluso 70 inchieste in tutta Italia (si salva solo la Valle dAosta) con 463 trafficanti arrestati, 1.594 persone denunciate, 453 aziende coinvolte.Nella classifica per numero di infrazioni alla normativa sui rifiuti primeggia la Campania (448 reati, pari al 10,2% del totale nazionale, era la seconda regione nel 2005), seguita dalla Sicilia, che sale dl quarto posto (426 infrazioni, 9,7% del totale) e dalla Puglia, regina della classifica dello scorso anno (410reati, 9,3% del totale). Il Veneto scende al sesto posto della classifica (era terza).
Il Rapporto affronta, inoltre, i traffici internazionali di rifiuti, il ciclo illegale del cemento, il traffico e lo sfruttamento di animali.
Da questanno, il Rapporto Ecomafia diventa un libro, pubblicato dalla casa editrice Edizioni Ambiente. Una collaborazione grazie alla quale nascerà una vera e propria collana editoriale: VerdeNero, che vedrà i migliori autori di noir italiane alle prese con le storie raccontate nelle diverse edizioni di Ecomafia.
Per saperne di più sulledizione di questanno di Ecomafia riportiamo nel link lampia introduzione al volume.
Storie e numeri aggiornati sul malaffare ambientale che sono riportati in Ecomafia 2007, lannuale Rapporto di Legambiente, presentato il 17 aprile scorso a Roma da Roberto Della Seta, presidente di Legambiente.
Il bilancio dellanno appena trascorso descritto nel Rapporto 2007 è di tre reati contro lambiente ogni ora. Nel 2006 sono state accertate dalle forze dellordine 23.668 infrazioni (contro le 23.660 del 2005) e le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, Sicilia, Calabria, Puglia e Campania sono stabilmente ai primi posti della classifica con il 45,9% dei reati ambientali. Le notizie più preoccupanti arrivano dai rifiuti, soprattutto quelli speciali pericolosi e non, che alimentano sempre più i profitti delle organizzazioni criminali. Quelli fatti sparire nel nulla sono almeno 26 milioni di tonnellate, circa il 25% del totale del prodotto, e il business della Rifiuti spa cresce in un anno del 38%. Da questo fronte però precisa Legambiente arrivano anche notizie positive: il 2006 è lanno dei record, per il numero dinchieste (18), di arresti (126) e di persone denunciate (417), grazie allo strumento fornito dalle forze dellordine e alla magistratura dallintroduzione del delitto ambientale di organizzazione di traffico illecito di rifiuti (previsto dallart. 53 del decreto Ronchi, oggi sostituito dallrt. 260 del Codice dellambiente). Dalla sua entrata in vigore, nel 2002, fino a marzo 2007, le forze dellordine hanno concluso 70 inchieste in tutta Italia (si salva solo la Valle dAosta) con 463 trafficanti arrestati, 1.594 persone denunciate, 453 aziende coinvolte.Nella classifica per numero di infrazioni alla normativa sui rifiuti primeggia la Campania (448 reati, pari al 10,2% del totale nazionale, era la seconda regione nel 2005), seguita dalla Sicilia, che sale dl quarto posto (426 infrazioni, 9,7% del totale) e dalla Puglia, regina della classifica dello scorso anno (410reati, 9,3% del totale). Il Veneto scende al sesto posto della classifica (era terza).
Il Rapporto affronta, inoltre, i traffici internazionali di rifiuti, il ciclo illegale del cemento, il traffico e lo sfruttamento di animali.
Da questanno, il Rapporto Ecomafia diventa un libro, pubblicato dalla casa editrice Edizioni Ambiente. Una collaborazione grazie alla quale nascerà una vera e propria collana editoriale: VerdeNero, che vedrà i migliori autori di noir italiane alle prese con le storie raccontate nelle diverse edizioni di Ecomafia.
Per saperne di più sulledizione di questanno di Ecomafia riportiamo nel link lampia introduzione al volume.
Fonte: Legambiente
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