Il Rapporto Ecomafia 2009 di Legambiente.

Il 5 maggio scorso, è stato presentato a Roma presso la sede nazionale di Legambiente il Rapporto Ecomafia 2009, Edizioni Ambiente, con prefazione di Pietro Grasso-Procuratore nazionale Antimafia: affari per 20,5 miliardi. Dal Sud a Milano le nuove capitali del crimine che prospera su abusivismo e traffici illeciti.

Nella Prefazione di Pietro Grasso al Rapporto di Legambiente si legge:
“Due boss della mala reggina costruiscono una scuola barando sulla qualità del calcestruzzo. Durante una conversazione telefonica , uno dei due suggerisce di mettere meno cemento e più sabbia nell’impasto; l’altro gli risponde scocciato che in questo modo la pompa idraulica rischia di bruciarsi. Né l’uno né l’altro vengono sfiorati dalla preoccupazione che in questo modo la scuola rischia di crollare.

“Ecomafia 2009 racconta storie come queste e rilegge un anno intero attraverso i numeri e i fatti della criminalità ambientale: traffici illeciti di rifiuti, abusivismo edilizio e appalti truccati, racket degli animali, archeomafia, agromafia, incendi boschivi e così via. Con una certezza: l’ecomafia non conosce crisi, anzi è sempre in forma smagliante.

“I numeri sono quelli ufficiali delle forze dell’ordine. Le storie ,invece, danno senso luogo , nome e faccia a quei numeri.Ci sono le vittime e i carnefici, le guardie e i ladri. E se i confini nazionali si sono fatti stretti, la scena del crimine si sposta su scala globale: ogni angolo del pianeta è buono per trafficare rifiuti, opere d’arte e specie animali protette.
“Ben 25.776 ecoreati accertati, cioè quasi 71 al giorno, 3 ogni ora. Più del 48% si è consumato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, il resto si spalma su tutto il territorio. Il 2008 è l’anno dei record per le inchieste contro i trafficanti di rifiuti, ben 25. Con un fatturato che supera i 7 miliardi di euro, soldi sporchi accumulati avvelenando l’ambiente e i cittadini. La montagna di scorie industriali gestite illegalmente dalla “Rifiuti SPA” in un solo anno ha raggiunto la vetta di 3.100 metri, quasi quanto l’Etna. Non è mai stata così alta.

Anche l’abusivismo edilizio non conosce tregua: 28 mila nuove case illegali e un’infinità di reati urbanistici, soprattutto nelle aree di maggior pregio. E poi il saccheggio del patrimonio culturale, boschivo, idrico, agricolo e faunistico. Il perché stà tutto in un numero: 20,5 miliardi di euro. E’l’incasso totale dell’ecomafia. Alla faccia della crisi economica”.
La Campania guida la classifica dell’illegalità , poi la Calabria , Sicilia e Puglia. Ma il Lazio preoccupa sempre più e Lombardia e Piemonte seguono troppo in fretta.
Se prima, sottolinea il Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso “i rifiuti del Nord finivano al sud, nei cosiddetti tombamenti”, ora veri e propri crateri tossici sono stati scoperti nel milanese grazie all’operazione Star Wars: 178 mila metri cubi di rifiuti industriali gestiti da esponenti della ‘ndrangheta compromettono 6 ettari e mezzo di terreno.

Gli affari sporchi della “munnezza”, ma anche del cemento, oltre al racket degli animali, alle agromafie e alle aggressioni ai danni del patrimonio culturale. L’abusivismo edilizio, infatti,dilaga, spuntano 28 mila nuove case illegali. Il Lazio supera la Sicilia e conquista il terzo posto nel cemento selvaggio. “Il territorio è gestito in modo criminale”, sottolineò la procura di Tivoli.

Questi gli impressionanti numeri dell’Italia sfregiata dal malaffare nella foto puntuale del Rapporto Ecomafia 2009 di Legambiente, presentato a Roma il 5 maggio scorso, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Sebastiano Venneri, responsabile Osservatorio Ambiente e Legalità Legambiente, il procuratore antimafia Pietro Grasso, il vicepresidente della commissione antimafia Fabio Granata, il presidente della Commissione sul Ciclo dei rifiuti Gaetano Pecorella, il responsabile Ambiente del PD Ermete Realacci, Enrico Fontana del direttivo Legambiente, il presidente del Copasi Francesco Rutelli e Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente.

(LG-FF)

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