ILO, i risultati dell’indagine sul lavoro di cura non retribuito in Italia

Il lavoro di cura è fondamentale per la vita quotidiana, per la cura di anziani e bambini e per il benessere delle comunità. In parte invisibile, tale lavoro, garantisce la tenuta del tessuto sociale rendendo possibile il funzionamento dei sistemi produttivi. La sostenibilità del welfare italiano si fonda, in larga parte, sul lavoro di cura non retribuito.

 

Il 2 ottobre 2025 si è tenuta la conferenza stampa per il lancio del rapporto “Il lavoro di cura non retribuito in Italia”, realizzato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro e Federcasalinghe. Durante l’evento sono stati presentati i risultati dell’indagine che arricchisce e aggiorna le informazioni sulle caratteristiche di lavoratrici e lavoratori, sui carichi di lavoro e i tempi dedicati alle diverse attività di cura, mansioni e competenze, sul valore attribuito a questo tipo di lavoro sia da chi lo svolge che dalla società e sulla relazione tra lavoro di cura non retribuito e quello retribuito.
Con la prospettiva di identificare interventi di supporto in un contesto demografico caratterizzato dall’invecchiamento della popolazione, per la prima volta sono state raccolte informazioni sulle prospettive future di coloro che svolgono un lavoro di cura non retribuito in Italia, sulla condizione e bisogni dei caregiver e sulle misure ritenute utili per il passaggio al lavoro retribuito.

In Italia, il 71 per cento del lavoro di cura non retribuito (cura della casa, dei figli e di altri familiari) è svolto dalle donne. Sebbene il lavoro di cura non retribuito apporti un contributo fondamentale al progresso economico e sociale, l’assenza di un corrispettivo monetario e l’idea che si tratti di mansioni che non richiedono particolari competenze e abilità sono sovente all’origine della scarsa valorizzazione dei compiti di cura e della frustrazione di milioni di persone che svolgono tale lavoro.
In ambito internazionale si sono da tempo avviate una serie di iniziative che mirano a riconoscere, ridurre, ridistribuire, ricompensare e rappresentare il lavoro di cura. Queste includono la Risoluzione adottata nel 2024 dai governi e le parti sociali di 187 Stati che fanno parte dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) che detta delle linee guida per le politiche per il lavoro dignitoso nell’economia della cura e il programma di revisione delle statistiche del lavoro adottato nel 2013 con l’obiettivo di catturare attraverso le indagini nazionali sia i dati sulle occupazioni retribuite che quelli del lavoro non retribuito, includendovi il lavoro di cura e quello dei volontari.
L’indagine sul lavoro di cura non retribuito in Italia è frutto della collaborazione tra Federcasalinghe e l’Ufficio per l’Italia e San Marino dell’ILO. Essa mira a far luce sulla situazione lavorativa e sociale delle persone che si occupano della cura dei membri della famiglia (cura diretta) e/o della casa (cura indiretta), evidenziandone l’importanza e valorizzando il contributo sia dal punto di vista economico che sociale. Coordinata da Gianni Rosas, Direttore Ufficio ILO Italia e San Marino e specialista senior sulle politiche per l’impiego e le condizioni di lavoro, e Federica Rossi Gasparrini, Presidente Federcasalinghe, l’indagine è stata condotta attraverso la predisposizione di un questionario online e la sua somministrazione a un campione stratificato su base regionale di circa 3mila associate e associati di Federcasalinghe che svolgono lavoro di cura non retribuito come attività principale. Affidata alle coordinatrici e ai coordinatori delle sedi regionali e locali di Federcasalinghe, la raccolta dei dati è stata effettuata durante il periodo maggio-luglio 2024.
Le informazioni raccolte attraverso l’indagine sul valore della cura non retribuita vertono sulle caratteristiche di coloro che svolgono lavoro di cura non retribuito come attività principale; sul nucleo familiare e sui motivi per cui si svolge tale tipo di lavoro; sul tempo mediamente dedicato alle diverse attività (cura della casa, dei figli, di persone non autosufficienti); sulla condivisione dei compiti di cura; sul lavoro retribuito svolto come attività secondaria; sulle intenzioni di ricercare un lavoro retribuito; sul livello di soddisfazione di chi eroga il lavoro di e sul suo impatto sugli altri aspetti della vita quotidiana; e sul valore attribuito alle attività di cura. Una serie di domande era rivolta a rilevare informazioni sulla condizione e sui bisogni dei caregiver, ovvero delle persone che si occupano della cura di adulti e anziani conviventi non autosufficienti.

Il lavoro di cura non retribuito in Italia
Risultati dell’indagine ILO-Federcasalinghe
INDICE
Panoramica
Messaggi principali dell’indagine sul lavoro di cura non retribuito in Italia
1. Riconoscere il valore del lavoro di cura non retribuito significa riconoscere la dignità di chi lo svolge e rendere più visibile il contributo fondamentale di questo lavoro alla società e all’economia
2. Il lavoro di cura non retribuito influenza la partecipazione delle donne al mercato del lavoro retribuito con importanti implicazioni sulla transizione demografica e la sostenibilità dei sistemi di welfare
3. Piuttosto che una scelta, il lavoro di cura non retribuito é spesso motivato da una condizione di necessità temporanea che si protrae nel tempo (effetto trappola)
4. Le ore dedicate al lavoro di cura non retribuito sono superiori alla media di ore del lavoro contrattualizzato e spesso ripartite tra più generazioni (effetto sandwich)
5. I caregiver che si occupano di adulti e anziani non autosufficienti sono soprattutto donne, con carichi orari eccessivi, spesso dovuti alla combinazione di lavoro retribuito e lavoro di cura e con un alto rischio di burn-out
6. Per ridurre la probabilità di scivolare nella povertà in età anziana è necessario aumentare i tassi di copertura e le prestazioni di previdenza sociale. In parallelo, le ore di lavoro e il cumulo di mansioni richiedono il rafforzamento della prevenzione degli infortuni
7. Le persone che si occupano di lavoro di cura non retribuito spesso si confrontano con la mancanza di supporto sia all’interno del nucleo familiare che in termini di servizi disponibili
8. Sviluppare e implementare una strategia nazionale sulla cura sulla base dei principi e delle linee guida internazionali e europee
9. Rafforzare la rappresentanza degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori della cura non retribuita e il loro accesso ai servizi
10. Azioni di informazione e sensibilizzazione sul lavoro di cura non retribuito e sulle condizioni di lavoro sono necessarie per il riconoscimento sia del suo valore sociale ed economico che per la dignità, il rispetto e le pari opportunità di lavoratrici e lavoratori

Lista delle tabelle
Tabella 1 – Ore di lavoro dedicate alla cura di adulti e anziani non autosufficienti, per sesso (in percentuale)
Tabella 2 – Tipologie di infortuni domestici delle persone che svolgono lavoro di cura non retribuito, per sesso (in percentuale)
Lista dei grafici
Grafico 1 – Ragioni per l’abbandono del lavoro retribuito
Grafico 2 – Ragioni per intraprendere il lavoro di cura e temporaneità, per sesso (in percentuale)
Grafico 3 – Ore settimanali dedicate alla cura non retribuita (percentuale persone intervistate)
Grafico 4 – Tipo di supporto richiesto da lavoratrici/tori di cura non retribuita (in percentuale)
Grafico 5 – Quadro internazionale di politiche per il lavoro dignitoso nell’economia della cura

Fonte: INAL

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