Una questione ancora irrisolta, dunque, su cui il Parlamento Europeo ha deciso di fare un passo in avanti adottando il rapporto di Stephen Hughes definito dall’ETUC, la Confederazione Europea dei Sindacati, come un documento in linea con i principi dei sindacati e delle organizzazioni che rappresentano le vittime dell’amianto nei paesi dell’Unione.
Un documento che esorta l’Unione Europea a intervenire per proteggere lavoratori e popolazioni da un rischio ancora molto elevato attraverso l’adozione di una strategia coerente per rimuovere milioni di tonnellate di amianto dagli edifici europei.
Il rapporto si occupa anche delle vittime e dei loro familiari che hanno il diritto di essere risarciti adeguatamente.
L’ILO ha adottato la Convenzione numero 162 sull’amianto nel 1986 e da allora ha condotto una serie di azioni per la prevenzione, il controllo e la protezione dei lavoratori minacciati dalle pericolose fibre.
Una risoluzione è stata successivamente adottata nel 2006 con l’intento di mettere in evidenza i rischi a cui i lavoratori sono esposti nei processi di rimozione, nei lavori di smantellamento e ristrutturazione, nel settore della demolizione navale.
L’ILO ha infine elaborato, congiuntamente all’Organizzazione Mondiale della Salute (WHO), un documento (Outline for the Development of National Programmes for Elimination of Asbestos-Related Diseases) per favorire lo sviluppo di piani nazionali indirizzati all’eliminazione delle malattie provocate dall’esposizione all’amianto.