– Invito di Papa, Benedetto XVI (fonte RAI).
– Ci vogliono dai sette ai dodici mesi per completare la procedura (fonte Repubblica)
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Ci vogliono dai sette ai dodici mesi per completare la procedura.
Tra costi altissimi e pericoli di esplosioni
Cè un punto esatto dal quale parte la nuova storia dellIlva.
Quel punto è a pagina 295, lultima, del provvedimento di sequestro dellimpianto firmato dal gip Patrizia Todisco.
In quelle righe il giudice consegna lo stabilimento a tre custodi. Si tratta di dirigenti dellArpa che dovranno procedere allo spegnimento dellimpianto.
Ecco, quei tecnici al momento non hanno ancora preso lincarico. Non li ha chiamati nessuno. Evidentemente nessuno, nemmeno la Procura, vuole arrivare allo spegnimento dellimpianto.
Però vuole controllarne la nuova vita, evitando che si continui a fare come si è fatto sino a oggi: «La mattina rispettavano la legge e la notte la violavano» per usare le parole del procuratore generale, Gaetano Vignola.
«Per tutti gli aspetti tecnico- operativi – scrive il giudice nel decreto di sequestro – gli ingegneri dellArpa B.V., E.L. e C.L. i quali avvieranno immediatamente le procedure tecniche e di sicurezza per il blocco delle specifiche lavorazioni e lo spegnimento degli impianti sopra indicati, sovrintendendo alle operazioni e assicurandone lo svolgimento nella rigorosa osservanza delle prescrizioni a tutela della sicurezza e incolumità pubblica e a tutela della integrità degli impianti». Dovranno essere questi tre ingegneri quindi, almeno sulla carta, a dover spegnere limpianto.
Una procedura che durerebbe dai sette mesi a un anno. «Al netto dei guasti – ha spiegato il professor Carlo Mapelli, docente di Metallurgia al Politecnico di Milano, il tempo per rimandare a regime larea a caldo sarebbe tra i sei e gli otto mesi».
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Il Papa preoccupato per l’Ilva: “Ogni sforzo per tutelare lavoro e salute“
(fonte RAI)
Benedetto XVI, durante l’Angelus di Piazza San Pietro, ha rivolto un appello .
affinché si trovi una soluzione per la fabbrica tarantina.
“Mentre assicuro la mia preghiera e il sostegno della Chiesa, esorto tutti al senso di responsabilità e incoraggio le Istituzioni nazionali e locali a compiere ogni sforzo per giungere ad una equa soluzione della questione, che tuteli sia il diritto alla salute, sia il diritto al lavoro, soprattutto in questi tempi di crisi economica”. Lo ha detto il Papa dopo l’Angelus a Piazza S. Pietro parlando della vicenda dell’Ilva di Taranto.
“Seguo con preoccupazione le notizie relative allo stabilimento Ilva di Taranto e desidero manifestare la mia vicinanza agli operai e alle loro famiglie, che vivono con apprensione questi difficili momenti”, ha aggiunto Benedetto XVI.
Il Pontefice ha anche rivolto un ‘pressante appello’ perché in Siria “si ponga fine a ogni violenza e spargimento di sangue e non venga risparmiato alcuno sforzo nella ricerca della pace, anche da parte della comunità internazionale con dialogo e riconciliazione per un’adeguata soluzione politica del conflitto”.