INAIL: I duemila euro per Matteo Armellini? L’INAIL per legge non può dare di più

Il direttore centrale Prestazioni, Luigi Sorrentini, interviene sulla vicenda del giovane operaio morto nell’allestimento del palco di Laura Pausini a Reggio Calabria: “L’importo versato dall’Istituto alla madre non è un risarcimento ma il contributo alle spese per il funerale, previsto in ogni caso”

“I duemila euro per Matteo Armellini? L’INAIL per legge non può dare di più”

Norme da rendere più attuali.

Il direttore centrale Prestazioni, Luigi Sorrentini, interviene sulla vicenda del giovane operaio morto nell’allestimento del palco di Laura Pausini a Reggio Calabria: “L’importo versato dall’Istituto alla madre non è un risarcimento ma il contributo alle spese per il funerale, previsto in ogni caso”.

Le prestazioni previste dal Testo Unico del 1965. “Quando un lavoratore perde la vita – spiega Sorrentini – si tratta sempre di verificare se lascia dei superstiti che hanno diritto alla rendita prevista dalla legge e, se la risposta è positiva, di calcolare a quanto ammonta”. Le prestazioni erogabili dall’INAIL ai lavoratori assicurati e, in caso di loro morte, ai loro superstiti sono previste dal Testo Unico n. 1124 del 1965, che ne stabilisce in maniera tassativa condizioni e misure. In particolare, la legge prevede che abbiano diritto alla rendita il coniuge, fino alla morte o a nuovo matrimonio, ciascun figlio fino al raggiungimento del 18esimo anno di età (per ragioni di studio l’età viene elevata fino ai 21 anni se i figli sono studenti di scuola media o superiore e non oltre i 26 anni se studenti universitari), i figli totalmente inabili al lavoro, ai quali la rendita spetta a prescindere dall’età, finché dura l’inabilità.

La rendita solo per i genitori a carico. In mancanza di coniuge e figli, anche a genitori, altri ascendenti, fratelli e sorelle spetta una rendita. Ma solo nella misura del 20% e solo se convivevano con il lavoratore deceduto ed erano a suo carico. “Lo scopo della legge – precisa a questo proposito Sorrentini – non è quello di risarcire i familiari del danno derivato dalla morte del lavoratore, quanto piuttosto di offrire ai superstiti i mezzi di sostentamento venuti a mancare dopo la sua morte. Nel caso di Matteo Armellini, però, non è risultato che contribuisse al mantenimento della madre, alla quale abbiamo potuto erogare soltanto l’assegno funerario una tantum di 1.936,80 euro”.

Fonte: INAIL

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