INAIL: Il rischio biologico negli ambulatori “Prime Cure“

Il lavoro è stato condotto con l’intento di fornire ai Datori di Lavoro, ai Servizi di Prevenzione e Protezione e a quanti operano nel campo della SSL un ausilio concreto alla valutazione del rischio biologico, con opportuni riferimenti allo stato microbiologico dell’aria, al tipo di ambiente di lavoro e alla particolare tipologia di mansioni e attività di lavoro svolte.

Con il Volume “Il rischio biologico negli ambulatori “Prime Cure” Inail. Proposta
di valutazione attraverso una metodologia integrata”, edito nel 2013, la Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione dell’ Inail ha pubblicato l’impianto metodologico messo a punto per la valutazione del rischio biologico negli Ambulatori Inail Prime Cure, nell’ottica di rispondere alla necessità di uniformare all’interno dell’Istituto, su scala nazionale, le metodologie e le procedure di accertamento di tale rischio occupazionale. Infatti, nonostante l’ampia disponibilità di linee guida, buone prassi, indicazioni operative etc. per la prevenzione ed il controllo del rischio biologico negli ambienti sanitari, a tutt’oggi manca una metodologia di riferimento validata per la valutazione.

L’attività è stata condotta in collaborazione con la Consulenza Statistico Attuariale, l’Unità Operativa (U.O.) Laboratorio del Dipartimento di Genova dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure (ARPAL) e il Laboratorio di Micologia del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente (DSTA) dell’Università degli Studi di Pavia.
La metodologia proposta, validata presso gli Ambulatori “Prime Cure” di Sedi Inail delle regioni Lazio, Liguria, Umbria, Marche, Puglia e Toscana – ove non si fa utilizzo deliberato di agenti biologici – è stata sviluppata sulla base del metodo “Bio-ritmo”, elaborato da Inail e ARPA Liguria per le attività dei laboratori chimici e biologici e successivamente generalizzato per permetterne l’applicazione in differenti settori lavorativi.

La metodologia si sviluppa attraverso tre fasi successive:

1. Raccolta sistematica e organizzata di dati, relativi ad ambienti, attività e procedure di lavoro, aventi rilevanza ai fini dell’analisi delle fonti di pericolo nel contesto lavorativo vigente;

2. Inserimento dei dati in un algoritmo di valutazione del rischio, che fa riferimento al metodo “a matrice”, ampiamente utilizzato in Igiene Industriale per la valutazione semi quantitativa dei rischi occupazionali;

3. Individuazione e pianificazione degli interventi migliorativi da attuare.

Fonte: INAIL

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