INAIL: Misure di sicurezza rimosse, titolare arrestato per la morte di un operaio

Incidente costato la vita a un addetto impegnato nella pulitura di un’impastatrice

Rimozione dolosa di misure di sicurezza sul lavoro e morte come conseguenza di altro reato.

Queste le accuse formulate dalla procura di Lecce nei confronti del titolare del salumificio Scarlino di Taurisano, per il quale il giudice per le indagini preliminari, Antonia Martalò, ha disposto gli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sul decesso dell’operaio 53enne M. O., ferito mortalmente lo scorso 30 agosto dall’impastatrice che stava pulendo.

La mancanza del cancello di accesso all’origine della tragedia.
Le indagini avrebbero appurato che per rendere più veloci le operazioni di pulitura della macchina e abbattere i tempi morti, accelerando così i ritmi di produzione, alcuni meccanismi preventivi antinfortunistici sarebbero stati deliberatamente e dolosamente rimossi. La morte di Orlando, in particolare, sarebbe stata provocata dalla rimozione del cancelletto che permetteva l’accesso all’impastatrice, bloccandone il funzionamento nel caso della presenza di un operaio al suo interno. La procura è convinta, infatti, che se fossero stati mantenuti i meccanismi di sicurezza l’operaio sarebbe ancora vivo, anche in presenza di una manovra accidentale di azionamento del macchinario dall’esterno.

Un comportamento di una gravità assurda”. Nell’inchiesta sono indagate altre tre persone, compreso il collega dell’operaio ucciso che avrebbe azionato l’impastatrice, ma gli inquirenti ritengono che la morte di Orlando sia derivata proprio dalla rimozione delle cautele da parte del titolare. ‘‘Non abbiamo elementi per dire che sia stato lui a disporre la manomissione, ma è chiaro che solo lui poteva avere l’interesse a velocizzare il ciclo produttivo’’, ha spiegato il procuratore Cataldo Motta, per il quale si è trattato di “un comportamento di una gravità assurda”.

Manomessi anche i sistemi di blocco di altri macchinari.
Secondo l’accusa, altri sistemi di blocco automatico di altre macchine aziendali sarebbero risultati rimossi. Inoltre, sebbene tutta l’azienda dopo l’incidente mortale fosse sotto sequestro, qualcuno avrebbe rimontato il dispositivo di sicurezza di un’insaccatrice, che blocca il funzionamento della macchina in caso di presenza di un operatore.

Fonte: INAIL

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