Inalazione di farine e microclimi, i fattori di rischio per i panificatori

”Salute e sicurezza nei panifici artigianali. Manuale per la prevenzione” realizzato dall’Ulss 6 di Vicenza, analizza i principali rischi a cui sono esposti i lavoratori impiegati nei panifici.

Inalazione di farine, movimentazione manuale dei carichi, movimenti ripetitivi e microclima. Sono solo alcuni dei rischi, rileva ”Salute e sicurezza nei panifici artigianali. Manuale per la prevenzione” realizzato dall’Ulss 6 di Vicenza, che corrono i lavoratori impiegati nei panifici. Nel settore della panificazione artigianale, spesso rappresentato da piccole aziende, gli addetti possono essere impegnati in varie mansioni: produzione di pane e prodotti da forno (panificazione), vendita al dettaglio e consegna dei prodotti ai clienti.

Tra i principali rischi figura l’inalazione di farine di frumento e in minor misura di altre graminacee quali, ad esempio, segale, orzo e mais. E’ di gran lunga il rischio più importante in questo comparto e rappresenta una delle cause più frequenti di asma professionale allergico;

C’è anche la movimentazione manuale dei sacchi di farine o delle placche da forno: il conseguente sovraccarico della colonna vertebrale e degli arti superiori può determinare patologie croniche di tipo degenerativo che possono rappresentare una grave limitazione dell’attività lavorativa e incidono, talvolta pesantemente, sullo svolgimento delle normali attività quotidiane. Oltre al sovraccarico biomeccanico agli arti superiori da movimenti ripetitivi: questo rischio può essere presente dove la produzione prevede, ad esempio, prolungate operazioni di formatura tradizionale degli impasti.

Il manuale rileva anche che un rischio corso dai lavoratori dei panifici artigianali è il microclima. In alcuni ambienti e per alcune fasi di lavoro, soprattutto durante il periodo estivo, si verificano esposizioni a calore eccessivo che, se associate a un alto grado di umidità, possono determinare innalzamento della temperatura corporea per difficoltà alla dispersione calorica attraverso la sudorazione.

Di qui la necessità di provvedere a una adeguata ventilazione dei locali, anche attraverso sistemi di climatizzazione, e al reintegro di sali minerali solubilizzati in acqua per evitare il presentarsi di effetti patologici acuti quali la sincope da caldo o il ben più pericoloso colpo di calore.

Il manuale ricorda che, “se la prevenzione delle patologie professionali e correlate al lavoro si fonda sull’eliminazione o, quando questo non è possibile tecnicamente, sul contenimento dei fattori di rischio lavorativo, quando i fattori di rischio, come le farine di cereali (ingredienti non sostituibili nei prodotti da forno) non sono eliminabili, gli strumenti per evitare il manifestarsi di danni fisici per i lavoratori esposti consistono nelle misure organizzative e procedurali (pulizia degli ambienti con mezzo aspirante, contenimento delle emissioni, ecc.), nel monitoraggio dello stato di salute attraverso gli accertamenti sanitari periodici effettuati dal medico competente”.

Fonte: INCA

Approfondimenti

Precedente

Prossimo