E devono fare i conti anche con continue vibrazioni e rischi da sovraccarico biomeccanico legati alla movimentazione manuale dei carichi e ai movimenti ripetitivi, micidiali per la salute della colonna vertebrale.
Quello di postino si rivela un mestiere decisamente ”pericoloso”.
Sono i risultati di uno studio che presentati nel corso del convegno dal titolo ”Il piano mirato salute e sicurezza addetti ai recapiti postali: il motomezzo come luogo di lavoro”.
I primi a segnalare le difficoltà della categoria sono stati i sindacati.
La Regione Toscana ha raccolto l’appello istituendo un gruppo di lavoro che ha coinvolto, oltre agli epidemiologi di Ispo, anche il Dipartimento di prevenzione della Usl di Livorno, di Prato, di Arezzo, di Siena e personale dell’Inail. Lo scopo era quello di monitorare la situazione per attivare procedure idonee alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Il dato più allarmante è quello che riguarda gli infortuni, la cui frequenza è doppia rispetto a quella a cui sono soggette altre categorie del settore terziario.
Dal 2007 al 2009, in Toscana, sono accaduti 1.342 infortuni a postini in servizio con il motomezzo con un’assenza da lavoro fino a 3 giorni.
L’incidenza è più significativa -circa il doppio- tra i postini più giovani, con meno di 35 anni. E per quanto riguarda la distinzione tra i sessi, sono le femmine ad avere un tasso di infortunio più elevato.