Indagine conoscitiva sull’accessibilità ai disabili negli ospedali

Presentati i numeri della prima indagine nazionale sui percorsi ospedalieri per le persone con disabilità. Solo il 36% degli ospedali italiani prevede un percorso prioritario, divario tra Nord e Sud Italia nell’applicazione del diritto alla cura.

L’ospedale non è un posto per disabili: in Italia quasi due strutture sanitarie su tre non hanno un percorso prioritario per i pazienti con disabilità che devono fruire di prestazioni ospedaliere e oltre il 78% degli ospedali non prevede spazi adatti di assistenza per le persone con disabilità intellettiva, motoria e sensoriale.

In sostanza, l’attesa al pronto soccorso, un esame per diagnosticare una malattia, la degenza in reparto, situazioni che rappresentano disagi per qualsiasi paziente, si trasformano in un vero e proprio ostacolo per chi vive in una condizione di disabilità.
Le “barriere sanitarie” rischiano di essere insormontabili soprattutto negli ospedali del Mezzogiorno e sono la prova di un ennesimo divario tra Nord e Sud del Paese: basti pensare che per persone con disabilità cognitiva sono previsti percorsi sanitari nel 29% degli ambulatori e dei reparti del Nord Italia contro il 6,5% di quelli del Sud.

E’ quanto emerge dall’Indagine conoscitiva sui percorsi ospedalieri per le persone con disabilità, realizzata dalla onlus Spes contra spem, in partenariato con l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, in collaborazione con la Fondazione Ariel e con il contributo di Fondazione Umana Mente.

L’indagine, la prima in Italia che cerca di far luce, in modo sistematico, sulla disparità dei trattamenti sanitari tra persone con e senza disabilità, è stata presentata l’1 aprile, presso l’Istituto Superiore di Sanità, da Luigi Vittorio Berliri, presidente di ‘Spes Contra Spem’, Walter Ricciardi presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e direttore dell’Osservatorio, Alessandro Solipaca, segretario scientifico de l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane e Nicola Panocchia, coordinatore scientifico Progetto “Carta dei diritti delle Persone con disabilità in Ospedale” di Spes contro spem.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le persone con disabilità hanno il doppio delle possibilità di trovare operatori non preparati e strutture inadeguate rispetto alle persone senza disabilità ed è tre volte più alta la probabilità che venga loro negato l’accesso a cure sanitarie. E in Italia cosa succede ad una persona con disabilità, durante un ricovero a causa di una patologia che non c’entra con la sua disabilità? Le persone disabili si recano in ospedale il doppio delle volte rispetto a quelle senza disabilità, ma i nosocomi italiani, tranne iniziative isolate, ancora non prevedono percorsi di cura personalizzati.

Per questo i principali obiettivi dell’Indagine, che prende le mosse dalla “Carta dei Diritti delle Persone con Disabilità in Ospedale, sono: sensibilizzare la politica della sanità sulle problematiche relative al ricovero ospedaliero delle persone con disabilità e descrivere la situazione attuale delle strutture rispetto ai criteri, previsti dalla Carta, di accessibilità, personalizzazione e coordinamento dei percorsi sanitari.

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