Infortuni sul lavoro, i dati INAIL al femminile

Dall’analisi sulle caratteristiche del fenomeno infortunistico e tecnopatico al femminile, condotta dall’INAIL in occasione dell’8 marzo, emerge un aumento dell’1,4% delle denunce nel 2016 rispetto all’anno precedente. Confermata la rilevanza del “rischio strada” per le lavoratrici: oltre la metà dei casi mortali avviene nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro.

Le denunce pervenute all’INAIL per infortuni sul lavoro avvenuti nel 2016 che hanno riguardato le donne nelle tre gestioni principali (Agricoltura, Industria e servizi, conto Stato) sono state 230.372, in crescita dell’1,4% rispetto alle 227.175 dell’anno precedente. A queste si aggiungono le 27 del settore Navigazione e le 525 della gestione autonoma casalinghe.

Dall’analisi sulle caratteristiche del fenomeno infortunistico e tecnopatico al femminile, condotta alla vigilia della Giornata internazionale della donna dell’8 marzo dalla Consulenza statistico attuariale dell’INAIL sui dati consolidati del 2016, emerge anche che i casi mortali denunciati che hanno coinvolto lavoratrici sono stati 106 (nove in meno rispetto al 2015), 53 dei quali sono stati riconosciuti positivamente dall’Istituto. Nessuna denuncia per eventi mortali è stata registrata nel settore Navigazione, mentre delle cinque denunce che hanno interessato le casalinghe nel 2016, un caso è stato accertato positivamente.

Tra il 2012 e il 2016 le denunce di infortunio sono diminuite complessivamente del 13,9% (dalle 745.546 del 2012 alle 641.544 del 2016). A fronte di un aumento dell’1,6% dell’occupazione femminile, le denunce delle lavoratrici hanno registrato un calo costante negli anni del quinquennio esaminato, passando dalle 257.300 del 2012 alle 230.372 del 2016, pari a una diminuzione percentuale del 10,5%, più contenuta rispetto a quella rilevata tra i lavoratori (-15,8%). Nello stesso quinquennio l’incidenza delle donne sul totale degli infortuni è salita dal 34,5% al 35,9%.

Le differenze di genere sono ancora più evidenti se si prendono in considerazione le variazioni percentuali delle denunce di infortunio con esito mortale, che tra le lavoratrici sono aumentate di una sola unità, dalle 105 del 2012 alle 106 del 2016 (+1,0%), rispetto alla forte diminuzione rilevata nello stesso arco temporale tra i lavoratori (-19,1%). L’incremento contenuto dei casi mortali femminili registrato tra il 2016 e il 2012 è la sintesi di un andamento altalenante negli anni 2013-2015, con aumenti e diminuzioni alternate, a differenza dei casi in complesso per i quali il calo è stato costante.

L’incidenza degli infortuni in itinere, avvenuti cioè nel tragitto casa-lavoro-casa, per le lavoratrici continua a essere molto più elevata rispetto ai lavoratori. Prendendo in considerazione le denunce presentate all’Istituto nel 2016, la maggiore rilevanza di questo tipo di infortuni per le donne rispetto agli uomini spicca sia in valore assoluto (rispettivamente 50.738 denunce di infortunio in itinere contro 47.475) sia in percentuale (22% contro 11,5%).

Il divario di genere è ancora più marcato se si concentra l’attenzione sulle denunce di casi mortali. Anche nel 2016, infatti, tra le lavoratrici più di un decesso su due (50,9%) è avvenuto in itinere, mentre tra i lavoratori lo stesso rapporto è stato pari a circa uno su cinque (22,9%). Un’ulteriore conferma in questo senso si ricava dai primi dati provvisori del 2017, pubblicati nella sezione Open data del sito INAIL, da cui emerge per le donne una quota di decessi avvenuti nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro pari al 53% del totale (54 su 102).

Fonte: INAIL

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