Infortuni sul lavoro: i dati sono sottostimati? Articolo del Ricercatore Antonio Frenda

Gli incidenti sul lavoro in Italia sono apparentemente meno della media europea, anche se il tasso effettivo è probabilmente più elevato.
La discrepanza è dovuta all’esistenza di una fiorente economia sommersa e all’influenza della criminalità organizzata nelle regioni del Sud, che impedisce la denuncia degli infortuni.

Gli incidenti sul lavoro in Italia sono apparentemente meno della media europea, anche se il tasso effettivo è probabilmente più elevato.

La discrepanza è dovuta all’esistenza di una fiorente economia sommersa e all’influenza della criminalità organizzata nelle regioni del Sud, che impedisce la denuncia degli infortuni.

Articolo del Ricercatore Antonio Frenda, pubblicato su “La voce” (vedi link).

Nel Mezzogiorno vive circa il 67 per cento delle famiglie in povertà relativa.

L’obiettivo primo dovrebbe essere perciò la riduzione del tasso di povertà, sia combattendo il sommerso, sia con stanziamenti ad hoc gestiti dalla Conferenza delle Regioni.

I DATI SULLA FREQUENZA DEGLI INCIDENTI

La metodologia Esaw (utilizzata da Eurostat) considera essenzialmente due tipi di indicatori statistici per l’analisi degli infortuni sul lavoro: il numero di infortuni e la loro frequenza. Per definire la frequenza degli infortuni occorre definire il rapporto tra il numero di infortuni e la popolazione di riferimento degli occupati calcolata mediante l’indagine campionaria sulle forze lavoro gestita dall’Istat.
È importante rilevare che questo utile rapporto presenta al numeratore un dato desunto da fonte amministrativa e al denominatore un dato proveniente da una fonte statistica (l’indagine sulle forze lavoro) e quindi, nella sua interpretazione, occorre considerare:
– la non omogeneità delle fonti di provenienza;
– la possibilità di avere dati sottostimati: infatti, mentre il dato sugli occupati (al denominatore) comprende anche gran parte dei lavoratori non regolari, quello sugli infortuni (al numeratore) dovrebbe comprendere, in particolare, gli infortuni dei regolari e una parte degli “infortuni gravi” dei lavoratori irregolari.

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