Il salto culturale da compiere è valutare la salute dei dipendenti come primo indicatore di qualità di un’impresa. Alla Lamina avevano scarpe anti-infortuni ed elmetto, non il respiratore per affrontare i gas tossici.
«Le imprese continuano a percepire la sicurezza sul lavoro come un adempimento formale. L’equivoco è scambiare un investimento in competitività per un costo produttivo. Il salto
culturale da compiere è valutare invece la salute dei lavoratori come primo indicatore di qualità dell’azienda». Massimo Balzarini, segretario regionale CGIL con delega agli infortuni, lancia l’allarme: «Morti e incidenti hanno ripreso ad aumentare e il decreto governativo “sblocca cantieri” contiene gli ingredienti adatti per aggravare l’emergenza».
Perché un tessuto produttivo avanzato come quello lombardo detiene il primato nazionale di infortuni sul lavoro?
Il decreto “sblocca cantieri” contribuirà a peggiorare la situazione?
Dopo il piano straordinario per la prevenzione dello scorso anno e il presidio sindacale del 18 aprile, è cambiato qualcosa?
Quanto incideranno i tagli governativi alle istituzioni che tutelano i lavoratori?
Sarà un maggio di mobilitazione sindacale per la sicurezza: partendo da cosa?
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