Innalzamento del mare, andrà peggio:

Il livello continuerà ad alzarsi per almeno due secoli.

Innalzamento del mare, andrà peggio: “Le stime dell’IPCC sono ottimistiche

Il livello continuerà ad alzarsi per almeno due secoli.

Alcuni scienziati italiani pubblicano il loro studio (incremento minimo entro il secolo fino a 95 centimetri) e avvertono: ne risentirà tutto il Mediterraneo, bisogna subito ridurre le emissioni di gas-serra e prepararsi.

VENTI centimetri guadagnati nel ventesimo secolo ed altri 20, ma in alcune parti del globo anche 60, saranno i centimetri di innalzamento del livello marino terrestre con cui le prossime generazioni faranno i conti entro la fine di questo secolo secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC, il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico.

Ma secondo le ultime previsioni di alcuni scienziati italiani, queste cifre sono ottimiste. Loro stimano infatti un incremento minimo compreso tra 80 e 95 centimetri e, ripetono, all’origine di tutto ci sono le attività umane.
L’unica opzione ora è una grossa frenata prima dell’impatto, ovvero rallentare il processo e non farsi cogliere impreparati.

In uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Global and Planetary Change, Antonio Zecca e Luca Chiari della Università di Trento, presentano un quadro ancora più preoccupante di quello proposto dall’IPCC: malgrado la riduzione dei combustibili fossili (dovuto sia ad un esaurimento naturale che ad un miglioramento della efficienza energetica) il livello del mare salirà di almeno 80-95 centimetri entro la fine del secolo e continuerà a farlo per almeno duecento anni. Lo studio è un ulteriore monito a ridurre, e immediatamente, le emissioni di gas-serra, al fine di rallentare la risalita del livello marino e cominciare a prendere misure per adattarsi ad un nuovo paesaggio costiero.

Quali, allora, le aree a maggior rischio di finire sotto il pelo dell’acqua?
I casi più noti sono i Paesi come il Bangladesh e le Maldive, o, negli Stati Uniti, la Florida, l’Egitto. Nel caso peggiore, cioè quello della risalita di ben un metro, la geografia del Delta del Nilo sarebbe completamente da ridisegnare. “Si tratta di una pianura fertile che dà da mangiare al 70% della popolazione egiziana, che sono 82 milioni oggi, e chissà quanti saranno nel 2100 – spiega lo scienziato – in altre parole almeno 55 milioni di egiziani dovrebbero andare a coltivare e vivere altrove.”

In Italia : “La zona più vasta è naturalmente quella che va da Cesenatico, Cervia, Ravenna, quasi fino a Ferrara, e poi Rovigo, Piove di Sacco, Mestre, fino a Monfalcone”. Un’area vastissima: “Sono almeno 1500 km quadrati di pianura agricola fertile”. Ma attenzione, avverte Zecca: “I danni alla produzione agroalimentare si estenderebbero a una superficie maggiore perché l’acqua salata risalirebbe nei fiumi e nelle falde salinizzandole”.

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