Inquinamento ambientale: stato di emergenza determinatosi nello stabilimento Stoppani

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 275 del 25 novembre 2006 è pubblicato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 novembre 2006 relativo alla “Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione alla grave situazione determinatasi nello stabilimento Stoppani sito nel Comune di Cogoleto in provincia di Genova”.

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 novembre 2006 è stato adottato in considerazione dell’ineludibile esigenza di assumere iniziative straordinarie ed urgenti volte a conseguire condizioni di massima sicurezza, relativamente alla presenza diffusa di cromo ubicato all’interno del medesimo stabilimento, ubicato nel comune di Cogoleto in provincia di Genova.
Il provvedimento si è reso indispensabile dopo la nota del 20 ottobre 2006 del Presidente della Regione con la quale è stata rappresentata la grave situazione d’emergenza, dovuta all’inquinamento ambientale venutosi a creare nel comune di Cogoleto.
Inoltre, con una nota del 9 novembre 2006 del Ministro dell’ambiente, del territorio e del mare si chiede la dichiarazione dello stato di emergenza , al fine di risolvere, con ni necessari provvedimenti straordinari, la predetta grave situazione di inquinamento in cui versa l’area industriale di tale stabilimento chimico.
Lo stabilimento chimico Stoppani ebbe ad insediarsi nel territorio del Comune di Cogoleto, cittadina del ponente genovese nei primi anni del ‘900, avviando una produzione rilevante di Sali di cromo, prevalentemente destinati alle concerie.
Tralasciando le vicissitudini che hanno caratterizzato la vita della Stoppani nei primi 70 anni di attività, i problemi di inquinamento ambientale cominciano ad affacciarsi in modo clamoroso nei primi anni settanta, dove nelle colture della Val Lerone, la vallata in cui si trova lo stabilimento Stoppani, vengono trovate tracce di metalli pesanti tra cui il cromo.La Capitaneria del Porto di Genova tenta di eliminare lo scarico dei residui al cromo sulla spiaggia di Cogoleto, emanando una ordinanza di divieto in base alla legge Merli. La Stoppani ricorre immediatamente contro tale atto, minacciando la chiusura e chiedendo tre anni di tempo per adeguarsi alle normative.Il Tar Ligure, però, nel gennaio 1978 accoglie il ricorso e annulla l’ordinanza della Capitaneria di Porto. La Stoppani riprende così a scaricare i fanghi sulla battigia, lasciando al mare il compito di smaltirli. I risultati si vedranno qualche anno dopo. Alcuni chilometri i litorale saranno interdetti alla balneazione e alla pesca, con danni di miliardi di lire soprattutto alle attività tiristiche.
Arriviamo al febbraio 1982 quando il Pretore di Voltri blocca la produzione dello stabilimento e sequestra gli impianti, avendo rilevato ripetute violazioni della legge Merli. Ancora una volta, di fronte alla minaccia di chiusura dello stabilimento, affiora per la prima volta l’idea di gettare i fanghi in mare. Dopo dieci giorni, il Pretore revoca il sequestro dietro la presentazione di un progetto aziendale che prevede lo stoccaggio dei residui tossiici nell’area di riempimento del nuovo porto di Genova – Voltri.E così nel settembre 1983 inizia lo scarico dei rifiuti in mare.
Questa situazione di inquinamento ambientale si protrae ancora per diversi anni, tra le proteste della associazioni ambientaliste, dei sindacati, della cittadinanza, dei medici del lavoro che denunciano una grave situazione di inquinamento da cromo ed evidenziando i possibili effetti dovuti ad inalazione dei veleni prodotti dalla fabbrica.
Fra processi, ricorsi,denunce, continua la “storia infinita” del disastro ambientale provocato dai reflui di lavorazione della Stoppani fino al riciclaggio dei rifiuti industriali , disciolti nelle acque acide.
Il nuovo provvedimento del Governo ripropone , speriamo in modo concreto e definitivo, una delle tante storie che dalla chimica dei veleni hanno portato al risanamento ambientale.

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