ISPESL: Rischio biologico da virus dell’epatite B e C (HBV e HCV)

“Prevenzione Oggi”, Volume 4/2008: affronta il problema rilevante di sanità pubblica determinato dai virus epatitici B (HBV) e C (HCV) trasmissibili per via ematica e definisce le raccomandazioni per contenere l’infezione da operatori infetti ai pazienti. In particolare, gli obiettivi specifici riguardano le eventuali condizioni in cui limitare le attività degli operatori sanitari infetti e stabilire la necessità di eseguire lo screening.

Il Volume 4 di “Prevenzione Oggi”, n.4 Ottobre – Dicembre 2008 affronta il tema del rischio biologico da virus dell’epatite B e C (HBV e HCV): prevenzione specifica e sorveglianza sanitaria in ambiente ospedaliero alla luce del D.Lgs. 81/08

EDITORIALE (sintesi – Scaricare l’editoriale completo al link).

Il rischio di infezione da patogeni a trasmissione ematica in ambiente sanitario è un fenomeno ben riconosciuto ed è riconducibile a tre modalità: nosocomiale propriamente detta (dall’ambiente ai pazienti oppure crociata tra pazienti); occupazionale (da paziente infetto ad operatore); da operatore infetto a paziente.
Il lavoro affronta il problema rilevante di sanità pubblica determinato dai virus epatitici B (HBV) e C (HCV) trasmissibili per via ematica e definisce le raccomandazioni per contenere l’infezione da operatori infetti ai pazienti. In particolare, gli obiettivi specifici riguardano le eventuali condizioni in cui limitare le attività degli operatori sanitari infetti e stabilire la necessità di eseguire lo screening.

Destinatari e utenti del lavoro sono gli operatori sanitari, i medici e gli infermieri, i direttori sanitari e gli amministratori delle strutture ospedaliere e ambulatoriali. L’operatore sanitario con infezione cronica da patogeni a trasmissione ematica solleva difficoltà assistenziali cliniche specifiche.

La sua gestione presenta importanti implicazioni organizzative ed etiche e riguarda complessivamente le cure (invasive e/o chirurgiche) che vengono prestate a un paziente.

L’elaborazione delle raccomandazioni in merito deve quindi partire da un’attenta valutazione della normativa vigente. Inoltre, l’elaborazione di programmi di prevenzione deve sempre essere fondata su una preliminare, attenta analisi dei dati epidemiologici e della stima dei potenziali fattori di rischio.

(Ro-Pa)

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