ISPRA presenta l’edizione 2016 del Rapporto sul consumo di suolo in Italia

Quasi un miliardo all’anno il “prezzo da pagare” per il consumo di suolo in Italia. Roma, Milano e Venezia le città metropolitane con i costi più alti.

ISPRA, insieme a FAO, Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, Aissa, Dipse, Cia, Confagricoltura, Copagri, Conaf, LEGAMBIENTE, Slow Food e Forum Salviamo il Paesaggio hanno organizzato, il 13 luglio 2016, una manifestazione interamente dedicata al suolo con spazi di approfondimento scientifico, dibattiti e tavole rotonde, laboratori didattici, spettacoli teatrali e musicali.

In quella occasione è stata presentata l’edizione 2016 del Rapporto sul consumo di suolo in Italia “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, a cura di ISPRA e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, con i nuovi dati sullo stato del territorio e sulle conseguenze che la continua cementificazione comporta per il Paese e per il benessere di chi ci vive.

Sfiora il miliardo di euro (oltre 800 milioni) il prezzo massimo annuale che gli italiani potrebbero pagare dal 2016 in poi per fronteggiare le conseguenze del consumo di suolo degli ultimi 3 anni (2012-2015), un consumo che, sebbene viaggi oggi alla velocità più ridotta di 4 metri quadrati al secondo, continua inesorabilmente ad avanzare ricoprendo in soli due anni altri 250 km2 di territorio, circa 35 ettari al giorno.

I costi occulti, quelli cioè non sempre immediatamente percepiti, prevedono una spesa media che può arrivare anche a 55 mila euro all’anno per ogni ettaro di terreno consumato e cambiano a seconda del servizio ecosistemico che il suolo non può più fornire per via della trasformazione subita: si va dalla produzione agricola (oltre 400 milioni di ero), allo stoccaggio del carbonio (circa 150 milioni), dalla protezione dell’ erosione (oltre 120 milioni), ai danni provocati dalla mancata infiltrazione dell’acqua (quasi 100 milioni) e dall’assenza di impollinatori (quasi 3 milioni). Solo per la regolazione del microclima urbano (ad un aumento di 20 ettari per km2 di suolo consumato corrisponde un aumento di 0.6 °C della temperatura superficiale) è stato stimato un costo che si aggira intorno ai 10
milioni all’anno. Sono queste le stime preliminari dei costi nazionali “nascosti” provocati dalla trasformazione forzata del territorio avvenuta tra il 2012 e il 2015.

Milano (45 milioni), Roma (39 milioni di euro), e Venezia (27 milioni) sono le città metropolitane con i costi annuali più alti.
Nell’anno appena trascorso, 3 regioni superano il 10% di suolo consumato, con il valore percentuale più elevato in Lombardia, Veneto e Campania. In Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Puglia, Piemonte, Toscana, Marche troviamo valori compresi tra il 7 e il 10%. La regione più virtuosa è la Valle d’Aosta (3%).

Fonte: ISPRA

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