ISPRA pubblica il “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque” edizione 2020

Disponibile sul sito dell’ISPRA il “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque. Dati 2017-2018” edizione 2020. Su 426 sostanze inquinanti cercate nelle acque ne sono state trovate 299, gli insetticidi sono quelle più diffuse.

Nelle acque superficiali, superamento dei limiti per glifosate e fungicidi. In indagini che hanno riguardato 4.775 punti di campionamento e 16.962 campioni, nelle acque
superficiali sono stati trovati pesticidi nel 77,3% dei 1.980 punti di monitoraggio e in quelle sotterranee nel 32,2% dei 2.795 punti. Le concentrazioni misurate sono in genere frazioni di µg/L (parti per miliardo), ma gli effetti nocivi delle sostanze si possono manifestare anche a
concentrazioni molto basse. Sono state cercate complessivamente 426 sostanze e ne sono state trovate 299. Gli insetticidi sono la classe di sostanze più rinvenute, a differenza del passato, quando erano gli erbicidi.

Sono alcuni dei dati emersi dal “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque. Dati 2017-2018” disponibile dal 23 dicembre 2020 sul sito dell’ISPRA. Il Rapporto è il risultato di un complesso lavoro che vede la collaborazione di tutte le componenti del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, predisposto dall’ISPRA sulla base delle informazioni trasmesse da Regioni e Province autonome, che attraverso le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente effettuano le indagini sul territorio e le analisi di laboratorio.

Il Rapporto fornisce informazioni relativamente alla presenza di residui dei prodotti fitosanitari nelle acque superficiali e sotterrane. I risultati del monitoraggio 2017-2018 sono presentati in termini di frequenza di ritrovamento e distribuzione delle concentrazioni, sono valutati i livelli di contaminazione ottenuti per confronto con i limiti di qualità ambientale. Si analizza l’evoluzione della contaminazione e si esaminano le sostanze più critiche e il fenomeno della poliesposizione. Infine, il quadro normativo è posto in relazione all’esigenza di ridurre gli impatti sull’ambiente.

Fonte: ISPRA

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