ISS: CROME-LIFE, un Network mediterraneo per la salute e l’ambiente

Scopo del progetto è la valutazione dell’impatto sulla salute umana dell’esposizione ad agenti chimici derivanti da contaminazione ambientale o da prodotti anche di uso quotidiano.

Nell’ultimo numero del Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) viene presentato il progetto trans-mediterraneo CROME (Cross Mediterranean network for environment and health) il cui scopo è la valutazione dell’impatto sulla salute umana dell’esposizione ad agenti chimici derivanti dalla contaminazione ambientale, o dai prodotti per consumatori (es. materiali da costruzione, cosmetici, indumenti ecc.) in quattro distinte aree del bacino Mediterraneo (Grecia, Slovenia, Italia e Spagna).
Il progetto è stato avviato nel settembre 2013 e si concluderà nel 2016 e ha visto il contributo dello strumento finanziario LIFE dell’Unione Europea (UE).
L’Italia vi partecipa con un’unità operativa che raccoglie ricercatori del Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze e del Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria dell’ISS.
Gli inquinanti oggetto di studio in CROME-LIFE sono metalli, composti organici persistenti e pesticidi, i cui effetti sulla salute umana sono stati evidenziati dalla letteratura scientifica recente.
Per esempio, sostanze organiche come i policlorobifenili (PCB) e gli inquinanti organici persistenti come i policloro-bifenileteri (PDBE) sono stati associati a disturbi di apprendimento e ritardo intellettivo.

L’approccio metodologico adottato per CROME è stato quello di integrare la strategia top-down, basata sul monitoraggio biologico dei soggetti in studio (esposizione interna), con quella bottom-up, basata sulla misura o sulla valutazione di esposizioni esterne, ovvero di contaminazione delle matrici ambientali quali acqua, suolo, o prodotti alimentari di vario genere.

Il progetto è stato articolato in 4 fasi:

– revisione delle evidenze scientifiche a disposizione sulla correlazione tra specifici gruppi di patologie ed esposizioni a determinate classi di contaminanti;
– associazione dei dati già a disposizione, nei Paesi partecipanti, del monitoraggio biologico nell’uomo con alcune patologie (disturbi del neurosviluppo, patologie neurodegenerative e tumori) o con altri indicatori di salute disponibili (es. pressione arteriosa), oltre che con esposizioni ambientali prendendo come riferimento basi di dati esistenti.Per l’Italia erano disponibili i dati di circa 450 campioni ematici raccolti nel Lazio tra adolescenti di età compresa tra 13-15 anni, nel periodo 2008-2010;
– nuova campagna di biomonitoraggio in ciascun Paese, da completarsi entro il 2015, che avrà lo scopo di correlare l’esposizione prenatale a sostanze neurotossiche con lo sviluppo cognitivo, comportamentale e motorio di un campione rappresentativo di una popolazione in età scolare dell’area mediterranea;
– disseminazione, nel corso del 2016, delle informazioni nei Paesi partecipanti e a livello di istituzioni europee, al fine di aumentare la sensibilizzazione e la comprensione del problema nei decisori politici e nelle autorità locali pubbliche competenti. In questa fase finale, l’ISS predisporrà raccomandazioni sull’uso di tecniche avanzate di biomonitoraggio e di analisi di dati ambientali e sanitari per una più efficiente individuazione e gestione dei rischi per la salute, che portino a un significativo miglioramento dei processi decisionali sulla tematica ambiente-salute.

Fonte: ARPAT

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