ISTAT – La povertà relativa in Italia nel 2005

L’11 ottobre 2006, l’Istituto Nazionale di Statistica , nell’ambito delle statistiche su “famiglia e società”, ha presentato una indagine dalla quale risulta che nel 2005 le famiglie in condizione di povertà relativa sono 2 milioni 585 mila, pari all’11,1% delle famiglie residenti in Italia. Si tratta complessivamente di 7 milioni 577 mila individui pari al 13,1% dell’intera popolazione.

Rispetto al 2004, la povertà relativa in Italia non è aumentata, né diminuita. Semmai i poveri sono cambiati, come al Nord dove essere poveri significa sempre più essere giovani, con un lavoro dipendente o un titolo di studio molto alto. Tecnicamente sono chiamati working poor e rappresentano una fetta della popolazione che lavora per un salario che li colloca al di sotto del livello di povertà (una soglia convenzionale che individua il valore di spesa per consumi pari a 936,euro al mese). Un fenomeno presente soprattutto al Nord dove, in un solo anno, le famiglie povere con a capo un giovane con meno di 35 anni sono passate dal 2,6% al 4,8% e quelle con a capo un lavoratore dipendente da 3,5% a 4,2%. Eppure, a livello nazionale, i fattori che concorrono a determinare l povertà sono di tutt’altra natura: un elevato numero di familiari, la presenza di figli – soprattutto se minori – quella di anziani, così come un basso livello di istruzione e una ridotta partecipazione l mercato del lavoro.
Nel Sud , dove risiedono il 70% delle famiglie povere italiane, la figura dell’indigente risponde a questa tipologia. In generale, le famiglie con cinque o più componenti presentano livelli di povertà più elevati. In Italia il 26,2% di queste famiglie vive in povertà, il 39,2% sono nel Mezzogiorno del Paese
Scendendo nel dettaglio regionale, la povertà relativa risulta meno diffusa in Emilia Romagna(2,5%), in Lombardia, in Veneto e nella provincia di Bolzano (tutti inferiori al 4,5%). Più elevate sono le incidenze osservate in tutte le altre regioni del centro – nord: dal 4,6% della Toscana al 7,3% dell’Umbria. La situazione più grave è quella delle famiglie campane (l’incidenza è del 27% e siciliane (30,8%). Le difficoltà economiche si fanno ancor più evidenti quando ci sono figli minori. L’incidenza di povertà , che è pari al 13,6% se in famiglia ci sono due figli e al 24,5% se i figli sono tre o più, sale rispettivamente al 17,2% e al 27,8% quando i figli sono di età inferiore ai 18 anni.
Secondo il Ministro Ferrero, è una situazione drammatica per tutti, ma la Finanziaria li aiuterà.

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