Istat: ambiente, incendi boschivi e qualità dell’aria

L’Istat diffonde un set di indicatori di pressione ambientale degli incendi forestali in Italia, attraverso un’analisi in serie storica dal 1970 al 2009 per l’intero territorio nazionale e un approfondimento a livello regionale e provinciale dal 2005 al 2008.

Fonte: regioni.it

L’Istat diffonde un set di indicatori di pressione ambientale degli incendi forestali in Italia, attraverso un’analisi in serie storica dal 1970 al 2009 per l’intero territorio nazionale e un approfondimento a livello regionale e provinciale dal 2005 al 2008. L’Istat presenta anche i risultati dell’analisi sulla qualità dell’aria nelle città europee, riferiti agli anni 2004-2008.
Nel periodo 2005-2008 l’anno 2007 si e’ rivelato il piu’ critico per quasi tutte le regioni, specialmente per quelle del Sud, sotto il profilo degli incendi sviluppatisi e degli ettari andati in fumo. Lo rivela l’Istat che evidenzia che se il Friuli-Venezia Giulia e la Liguria, uniche regioni in controtendenza, presentano valori inferiori
rispetto all’anno precedente, nelle altre l’incremento e’ stato significativo e spesso anche molto elevato, come osservato in Campania, dove si passa dai 471 incendi del 2006 ai 1.779 del 2007.
Se si considera la superficie forestale incendiata in rapporto alla superficie forestale complessiva si rileva che, nel 2008, il patrimonio incendiato e’ relativamente maggiore in Sicilia (con il 5,3 per cento di superficie forestale incendiata sulla superficie forestale complessiva), in Puglia (4,7 per cento) e in Calabria (2,9 per cento). Considerando, invece, il rapporto tra superficie forestale incendiata e superficie totale, sempre nel 2008, si colloca prima la Calabria (1,2 per cento), poi la Sicilia (0,7 per cento) quindi la Basilicata (0,5 per cento). Salvo poche eccezioni, come la Liguria, le percentuali di superficie forestale incendiata sulla superficie territoriale sono molto piu’ alte nel Sud .
Considerando l’intero periodo 2005-2008 le regioni piu’ devastate dagli incendi sono la Liguria al Nord, il Lazio nel Centro e, nel Mezzogiorno, la
Campania, la Calabria e la Sicilia. Al contrario, le regioni del Nord che presentano una scarsa pressione ambientale degli incendi sono il Trentino-Alto Adige, il Veneto e l’Emilia-Romagna, al Centro l’Umbria e le Marche, se si fa eccezione per l’anno 2007, che si e’ dimostrato piuttosto critico anche in queste regioni.
Gli incendi di maggiori proporzioni si sono verificati in Valle d’Aosta nel 2005 (23 ettari in media) e nel 2007 nelle Marche (39 ettari, con la provincia di Ascoli Piceno che tocca 220 ettari in media) e in Abruzzo (37,5 ettari; la provincia di Pescara tocca 267 ettari e L’Aquila ben 590 ettari).
Considerando l’estensione territoriale, sono la Campania e la Calabria a presentare una maggiore incidenza nel numero di incendi nel periodo 2005-2008, con medie che oscillano tra 3,5 e 13,1 incendi per 100 chilometri quadrati. In Liguria il valore (compreso fra 5,4 e 7) non presenta variazioni rilevanti negli anni, con una leggera flessione solo nel 2008. In questa regione e’ la provincia di Imperia a mostrare le percentuali maggiori negli anni considerati (circa 10 incendi ogni 100 chilometri quadrati).

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