ISTAT- Indice della produzione industriale: i dati peggiori degli ultimi 15 anni.

Nel comunicato-stampa del 10 dicembre scorso, l’Istat (Istituto Nazionale di statistica) ha pubblicato l’indice della produzione industriale a ottobre 2008, certificando che i dati rilevati sono i peggiori degli ultimi anni: la crescita mai così male dal 1993.

La produzione industriale ad ottobre 2008 segna meno 6,7% rispetto a ottobre 2007, allorché risultò uguale a 109,7. Nel confronto tra il periodo gennaio-ottobre 2008 e il corrispondente periodo del 2007, l’indice ha presentato una diminuzione del 2,6%.

L’indice della produzione per i giorni lavorativi ha registrato in ottobre una diminuzione tendenziale del 6,9 per cento (i giorni lavorativi sono stati 23 come a ottobre 2007), mentre nella media dei primi dieci mesi del 2008 il medesimo indice ha segnato un calo del 2,9 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2007 (i giorni lavorativi sono stati 213 come nel 2007).

L’industria è ormai al sesto calo tendenziale consecutivo, col dato peggiore da 12 anni.
La sorpresa è che il dettaglio delle componenti del pil rivelano una sostanziale tenuta dei consumi (+ 0,1% sul trimestre precedente quelli nazionali, tanto per le famiglie quanto per la pubblica amministrazione.

In frenata brusca, in realtà, sono gli investimenti (-1,9% nel complesso, addirittura – 3,5% quelli in macchine e attrezzature), oltre alle esportazioni (-1,6%).
Insomma, le industrie non investono perché non credono che le cose miglioreranno. Una specie di ritirata che colpisce il made in Italy, e ancor più l’auto che in un anno cala del 34,3%.

Secondo Confindustria nei prossimi mesi sarà ancora peggio: a novembre la produzione industriale risulterà a -11,4% e nel complesso il quarto trimestre finirà a – 4,2%. Quanto al pil diminuirà dello 0,8%.

Una recessione “che rischia di trasformarsi in una vera e propria depressione”.
Confcommercio sottolinea che in Italia sia la recessione sia il rallentamento produttivo sono più marcati che negli altri paesi industrializzati.

Secondo il centro studi della stessa Confcommercio “si combinano dinamiche internazionali recessive con un quadro interno che mostrava la sua debolezza già a fine 2007, prima dell’inizio della crisi finanziaria, soprattutto sul versante della domanda per consumi da parte delle famiglie”.

Per quanto riguarda il pil, in termini tendenziali (su base annua), è cresciuto addirittura dello 0,8% in Germania, dello 0,7% negli Stati Uniti, dello 0,6% in Francia e dello 0,3% nel Regno Unito. Nel complesso il pil dei paesi dell’area euro è diminuito dello 0,2% su mese ed è cresciuto dello 0,6% sull’anno.

(LG-FF)

Fonte: Istat

Approfondimenti

Precedente

Prossimo