ISTAT: Persi 378.000 posti n tre mesi: effetto crisi sulla (dis)occupazione

ISTAT: nel II trimestre 2009 si sono perduti 378mila posti di lavoro. Colpiti soprattutto i lavoratori con contratti a termine. E’ il risultato peggiore dal 1994 e a risentire della pesante fase di congiuntura è soprattutto il Mezzogiorno.

.La crisi ha effetti sempre più pesanti sull’occupazione e a risentire è soprattutto il Mezzogiorno.
Secondo i dati diffusi il 22 settembre scorso dall’ISTAT sulle forze di lavoro nel secondo trimestre 2009 gli occupati sono diminuiti di 378mila unità rispetto allo stesso periodo dell’ anno scorso, ma la riduzione si concentra al Sud con 271mila posti persi e un calo del 4,1% a fronte dell’ 1,6% complessivo.
.

Aumenta anche il tasso di disoccupazione anche se in maniera più contenuta (è al 7,4% rispetto al 6,7% del secondo trimestre 2008) a causa del consistente aumento degli inattivi, ovvero delle persone tra i 15 e i 64 anni che rinunciano a cercare lavoro (+434mila unità con un *3% tendenziale). Il calo dell’ occupazione è prevalentemente della componente maschile e italiana mentre cresce l’ occupazione straniera, soprattutto femminile. Ecco in sintesi alcuni dati sulla situazione occupazionale del Paese.
-Il calo dell’ occupazione si accentua: il secondo trimestre dell’ anno in corso segna -378mila posti, dato peggiore da 15 anni ( nel primo trimestre si è registrato un – 204mil unità dopo 14 anni di crescita ininterrotta).Gli occupati complessivi nel periodo sono 23.203.000. Il calo si concentra al Sud (-271mila unità), mentre il Nord perde 117 mila posti e al Centro registra un lieve aumento (+10mila unità). Il tasso di occupazione cala al 57,9% delle persone tra i 15 e i 64 anni rispetto al 59,2 dello stesso periodo 2008. Il tasso di attività è del 62,6% in calo di nove decimi di punto rispetto a un anno prima.
-Nel Mezzogiorno la riduzione dell’ occupazione (-271 mila posti pari al 4,1%) non si tramut in aumento parallelo della disoccupazione. Nell’ area infatti diminuiscono le forze di lavoro di 298mila unità (-4%) grazie all’ effetto scoraggiamento e il tasso di disoccupazione sale di un solo decimo di punto ( dall’ 11,9 al 12%). Se, quindi, sono sempre meno coloro che lavorano restano sostanzialmente immutati quelli che lo cercano grazie all’ aumento di quelli che escono dal mercato del lavoro o rinunciano ad entrarci.
-Dopo i minimi raggiunti nel 2007 il tasso dei senza lavoro ha ripreso a crescere e ha raggiunto nel secondo trimestre dell’ anno la quota del 7,4% con un aumento di sette decimi di punto rispetto allo stesso periodo del 2008. I senza lavoro sono 1.841.000. Il tasso è cresciuto soprattutto al Nord (+1,2 punti mentre al centro segna un +0,3 punti percentuali e il Sud un +0,1 punti a causa dell’ effetto scoraggiamento.
-La componente italiana cala nel complesso di 562mila unità ( 399mila uomini e 163mila donne), mentre gli stranieri al lavoro aumentano di 184 mila unità (+ 89mila uomini, +95mila donne), soprattutto al lavoro di cura delle donne. Nel complesso ( italiani e stranieri) cala soprattutto l’ occupazione maschile (-310mila unità, pari a -2,2%) mentre la flessione femminile è più contenuta (-68mila unità, -0,7%).
-Per la prima volta dal quarto trimestre 1995 è stata registrata una flessione delle posizioni lavorative dipendenti (-168mila unità, pari a -1%). Si riducono soprattutto i dipendenti a termine (-229 mila unità), ma anche i collaboratori (-65mila unità) e gli autonomi (-145mila unità). La crescita moderata dei dipendenti a tempo indeterminato (+61mila unità) è dovuta prevalentemente agli stranieri nelle professioni non qualificate e agli ultracinquantenni che hanno rinviato la pensione di anzianità.
-L’ Istat segnala infine il forte aumento di cassa integrazione con 341mila lavoratori che dichiarano di aver lavorato meno ore della norma nel periodo considerato con un aumento di circa sei volte rispetto allo stesso periodo del 2008.

(LG-Pa.Ra)

Approfondimenti

Precedente

Prossimo