Il report ISTAT “Ambiente urbano” mostra un ritardo nel percorso dei capoluoghi verso la sostenibilità e notevoli divari territoriali ancora da colmare. I temi analizzati sono: trasporto pubblico locale, mobilità sostenibile, transizione ecologica, economia circolare, transizione digitale, trasparenza e partecipazione.
Tornano a crescere nei comuni capoluogo domanda e offerta di trasporto pubblico locale (+3,2% e +1,7% sul 2018), ma restano forti squilibri territoriali. Il 34,8% degli autobus ha più di 10 anni.
Continuano ad aumentare i km di piste ciclabili (+15,5% dal 2015), ma la rete delle ciclovie resta insufficiente in molte città, soprattutto nel Mezzogiorno.
Nella gestione del ciclo dei rifiuti nessun capoluogo metropolitano raggiunge il target del 65% di raccolta differenziata previsto dalla normativa europea.
Interventi di forestazione urbana in 43 capoluoghi per una superficie complessiva di 11 km2 (+30% dal 2011).
AMBIENTE URBANO
L’ISTAT propone una panoramica degli indicatori dell’ambiente urbano, utile come benchmark per la futura valutazione dei programmi di ripresa post crisi (Green deal europeo e Piano nazionale di ripresa e resilienza, PNRR) e focalizzata su alcuni temi dell’Environment Action Programme dell’Unione europea.
I dati del report sono riferiti ai 109 comuni capoluogo di provincia o città metropolitane. I temi analizzati sono: trasporto pubblico locale (sviluppo delle infrastrutture su ferro, veicoli a basse emissioni, tendenze della domanda e dell’offerta), mobilità sostenibile (car e bike sharing, piste ciclabili), transizione ecologica (investimento nelle fonti rinnovabili, riqualificazione energetica degli edifici, verde urbano, contenimento del consumo di suolo), economia circolare (acquisti verdi; corretto conferimento e riciclo dei rifiuti urbani), transizione digitale (informatizzazione dei servizi alla cittadinanza e alle imprese), trasparenza e partecipazione (rendicontazione sociale e ambientale, pratiche di progettazione partecipata). A essi si aggiungono alcuni indicatori sulle condizioni dell’ambiente urbano, riferiti all’inquinamento atmosferico e acustico e all’efficienza dei servizi idrici.
Nel 2019, quasi tutti i principali indicatori dei capoluoghi mostrano un ampio divario territoriale polarizzato lungo l’asse Nord-Sud, con le città del Mezzogiorno in posizione di svantaggio (con la sola eccezione della produzione fotovoltaica). I capoluoghi metropolitani dispongono di un’offerta più ampia e diversificata di servizi di mobilità e sono più avanti nella digitalizzazione dei servizi, ma hanno minore disponibilità pro capite di aree verdi accessibili e sono in ritardo nella gestione dei rifiuti.
Fonte: ISTAT