Istruzione degli adulti:la Conferenza delle Regioni chiede cambiamento schema regolamento.

La Conferenza delle Regioni del 6 maggio scorso ha espresso parere favorevole sullo schema di regolamento che ridefinisce l’assetto organizzativo e didattico dei centri di istruzione degli adulti e dei corsi serali. Il parere però è condizionato da importanti cambiamenti che secondo Regioni ed Enti Locali devono essere introdotti prima della sua definitiva approvazione da parte del Consiglio dei Ministri.

Il governo con la manovra Tremonti-Gelmini è intervenutol sulla riforma varata nella precedente legislatura, finalizzata a potenziare e qualificare l’offerta di istruzione degli adulti, assoggettandola alla logica dei tagli.

Lo schema di regolamento prevede un assetto didattico finalizzato esclusivamente al conseguimento di titoli di studio (secondari a di primo o secondo grado) o certificazioni relative alle competenze previste per la conclusione dell’obbligo scolastico. Per ridurre la spesa il governo ha scelto di limitare e irrigidire le tipologie dell’offerta formativa dei Centri, mettendo in atto un vero e proprio arretramento della già scarsa offerta formativa per adulti.

Per questo la Conferenza delle Regioni ha condizionato il suo parere favorevole al mantenimento dell’erogazione da parte dei nuovi Centri per l’istruzione degli adulti di percorsi linguistici di base, anche pluriennali, di durata non inferiore a 60 ore per anno. Se questa modifica chiesta dalle Regioni non venisse accolta verrebbe meno la principale offerta pubblica di formazione linguistica per gli stranieri (sono iscritti oggi ai Centri Territoriali circa 200.000 stranieri l’anno).
Inoltre, le Regioni chiedono che i corsi riguardino anche i percorsi lice ali e non solo quelli tecnici, professionali e artistici.

Inoltre rivendicano una maggiore flessibilità nell’istruzione dei nuovi Centri; nell’attuale testo è rigidamente limitata dai vincoli finanziari.
ANCI e UPI chiedono al Governo la ripresa del confronto per ridefinire le competenze e la ripartizione delle risorse destinate all’educazione permanente.
Nel corso delle audizioni alla Camera dei Deputati sullo schema di regolamento, le organizzazioni sindacali della scuola hanno presentato un documento di osservazioni unitarie (vedi link).

(LG-FF)

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