L’ONU contro i respingimenti: violano i diritti umani.

L’Alto Commissario ONU per i diritti umani, Navi Pillay, nel testo del discorso inaugurale alla 12.ma sessione del Consiglio dell’ONU dei diritti umani tenuto il 15 settembre scorso, ha dichiarato che “la pratica della detenzione dei migranti irregolari, della loro criminalizzazione e dei maltrattamenti nel contesto dei controlli delle frontiere deve cessare”.

Oggi– ha sottolineato la Pillay – partendo dal presupposto che le imbarcazioni in difficoltà trasportano migranti, le navi le oltrepassano ignorando le suppliche d’aiuto, in violazione del diritto internazionale”.

“In molti casi, le autorità respingono questi migranti e li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche piene di rifiuti”, menzionando la situazione nel Mediterraneo, nel Golfo di Aden, nei Carabi, nell’Oceano indiano ed in altri tratti di mare.

Per la Pillay la questione dell’immigrazione è “uno dei più seri problemi dei diritti umani del nostro mondo”. Ricordando “i milioni di persone che rischiano la vita in cerca di una vita migliore” il commissario sottolinea come questi rischiano di “essere preda dei trafficanti umano che prosperano soprattutto dove il controllo dei governi è più debole.Gli Stati hanno l’obbligo di rispettare, proteggere una vasta gamma di diritti umani di tutti gli individui sotto la loro giurisdizione compresi tutti i migranti a prescindere dal loro status”, conclude la Pillay che condanna quindi la criminalizzazione degli immigrati.

“La pratica dell’arresto d’ufficio dei migranti irregolari, la loro criminalizzazione e il maltrattamento nel contesto dei controlli di confine deve terminare”.
Con riferimento all’Italia, la Commissaria ONU ha dichiarato che “c’è stata un’abbondante documentazione di discriminazione e trattamenti degradanti nei confronti della popolazione Rom”.

(LG-FF)

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