La Dichiarazione europea per una nuova cultura dell’acqua

La Dichiarazione europea per una nuova cultura dell’acqua è un documento che analizza lo stato attuale della gestione delle acque e individua proposte concrete per una gestione sostenibile ed equa gestione dell’acqua in Europa e nel mondo, basandosi sui principi della direttiva quadro 2000/60/CE che riportiamo nel link.

Il 15 gennaio 2005 si è svolto a Roma, promosso dal Gruppo 183 – Associazione per la difesa del suolo e delle risorse idriche e dalla Fundacion Nueva Cultura del Aqua, grazie al supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, del Comune e della Provincia di Roma, dell’Università di Roma Tre, dell’Autorità di Bacino del Tevere, dell’UnipolAssicurazioni, della Comunità di Sant’Egidio e di altri enti pubblici e privati, un incontro in Campidoglio di oltre 100 esperti di vari Paesi europei per discutere sulla Dichiarazione europea per una nuova cultura dell’acqua. Sono stati discussi temi sui servizi idrici, dell’uso dell’acqua in agricoltura, dell’importanza della partecipazione dei cittadini e della tutela della salute umana partendo dalla tutela degli ecosistemi acquatici. Gli interventi dei relatori hanno messo in relazione i contenuti della Dichiarazione europea per una nuova cultura dell’acqua con la Direttiva europea quadro sulle acque (la direttiva 2000/60/CE) e lo stato della gestione delle acque in Italia.
Innanzitutto, vogliamo precisare che la suddetta Dichiarazione è un documento di circa 20 pagine che analizza lo stato attuale della gestione delle acque e individua proposte per una sostenibile ed equa gestione dell’acqua in Europa e nel mondo basandosi, sui principi della direttiva quadro europea sulle acque ed è scaturita dal lavoro di decine di esperti europei di diverse discipline, università, istituzioni e organizzazioni, impegnati nel settore delle acque. Partita dalla Spagna nel 2003 attraverso l’impegno della Fundacion Nueva Cultura del Aqua, la nuova cultura dell’acqua si basa sul concetto della sostenibilità ambientale, sociale ed economica nell’uso delle risorse e sul riconoscimento del valore degli ecosistemi acquatici, in contrapposizione con le vecchie modalità di gestione, basate sullo sfruttamento indiscriminato e su grandi infrastrutture idrauliche. Il documento di carattere multidisciplinare è riferito alla realtà europea e alle responsabilità che la UE ha nel resto del mondo (in particolare Paesi mediterranei e della America Latina) per la promozione di un nuovo modello di sviluppo nel settore idrico.
Nella stesura preliminare della Dichiarazione sottoposta al dibattito del 15 gennaio 2005 a Roma viene sottolineato l’impegno che si deve assumere la comunità scientifica, tenendo presente che un miliardo e mezzo di persone non abbia diritto all’acqua potabile, unitamente al fatto che è in pericolo la salute dei fiumi, dei laghi e delle zone umide, in molti casi in modo irreversibile e che questo problema stà suscitando dei generalizzati movimenti di protesta e di preoccupazione a livello mondiale. La sostenibilità e la equità nella gestione delle acque sono oggi due sfide della nostra società per le quali la comunità scientifica deve impegnarsi.
Segnaliamo che il 30 maggio 2005, promosso dallo IEFE-Bocconi e dal Gruppo 183, si svolgerà a Milano, presso l’Aula Magna dell’Università L.Bocconi un Convegno che avrà per tema “La partecipazione pubblica nell’attuazione della Direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE”.

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