La disciplina per l’attività professionale di tintolavanderia

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 60 del 13 marzo 2006 è pubblicata la Legge 22 febbraio 2006, n.82 relativa alla “Disciplina dell’attività professionale di tintolavanderia”.

La legge 27 febbraio 2006,n. 84 stabilisce nuove regole per il funzionamento delle tintolavanderie, precisando tutti i requisiti necessari per esercitare questa attività, prevalentemente artigianale, a regola d’arte, tutelando maggiormente non solo i consumatori, ma anche la concorrenza, l’ambiente ed i lavoratori. Il provvedimento, che è entrato in vigore il 28 marzo 2006, riguarda tutti quei laboratori in cui si svolgono le seguenti attività: trattamenti di lavanderia, di pulitura chimica a secco ed a umido, di tintoria, di smacchiatura, di stireria, di follatura e affini di indumenti, capi ed accessori per l’abbigliamento, di capi in pelle e pelliccia, naturale e sintetica, di biancheria e tessuti per la casa, ad uso industriale e commerciale, oltre che ad uso sanitario, di tappeti, tappezzeria e rivestimenti per arredamento, oltre che di oggetti d’uso, articoli e prodotti tessili di ogni tipo di fibra.
Nella nuova legge entra in campo la valenza professionale, poiché le imprese di questo genere devono avere un responsabile tecnico in possesso di determinati requisiti, quali: l’aver frequentato appositi corsi di qualificazione tecnico-professionale (durata minima 1200 ore complessive)in un lasso di tempo di due anni, non disgiunti da periodi di tirocinio presso imprese abilitate del settore;l’essere in possesso di un attestato di qualifica in materia attinente l’attività, insieme a quello di avere esercitato l’attività almeno per un anno presso una tintolavanderia ; l’avere il diploma di maturità tecnica o professionale o di livello post-secondario superiore o universitario, in materia inerenti l’attività; l’aver svolto un periodo di lavoro presso una tintolavanderia di durata variabile da uno a tre anni, a seconda dei casi 8 precisati in dettaglio nella legge). Alle Regioni viene affidato il compito di decidere circa i contenuti dei corsi e dei programmi e di adottare norme dirette a favorire lo sviluppo economico e professionale del settore, nonché precisare i confini dell’esercizio delle funzioni amministrative comunali sui territori di competenza.
Le imprese che già esercitano questo tipo di attività avranno, comunque, tre anni di tempo per adeguarsi alla nuova normativa, senza dover interrompere il lavoro.

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