Secondo lOCSE, la preoccupazione è che la disoccupazione cresce e rischia di non venire riassorbita nemmeno nel ciclo post-crisi. E i timori della CISL sono che nel 2011 400 mila lavoratori, oggi cassintegrati, rischiano la disoccupazione.
I dati Istat, insomma, continuano a scattare la stessa fotografia di unemergenza nazionale che non sfuma e per la quale, come dicono i sindacati, serve un piano straordinario.
Secondo lOCSE, lOrganizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, indicata dal vicesegretario Aart de Geus La vera sfida, insieme allattuazione dei programmi di aggiustamento dei deficit pubblici, è costituita dalla disoccupazione, dal rischio di radicamento della marginalità sociale dei disoccupati e di scoraggiamento di chi cerca un lavoro e non lo trova. Non vediamo grandi rischi dinflazione. Il grande problema è, appunto, la disoccupazione, che scenderà lentamente nei prossimi anni. Temiamo che per l fine del 2012 avremo una disoccupazione (a livello europeo) al 7,5%, una percentuale altissima.
E se il dato sulla disoccupazione è complessivo, valido per i paesi industrializzati di cui lOCSE disegna come di una ripresa ancora a rischio in tutta Europa, arriva anche lallarme CISL relativo allItalia: nel 2011 400 mila lavoratori, oggi intrappolati nella cassa integrazione, rischiano di divenire disoccupati andando ad ingrossare lesercito degli attuali di senza lavoro.
Per la maggior parte si tratta secondo la CISL di lavoratori delle aziende entrate in crisi nel 2008 con lo scoppio della recessione. La stima è del segretario generale aggiunto Cisl, Giorgio Santini, per il quale serve una svolta nelle politiche per la crescita e per il lavoro, altrimenti la situazione occupazionale, soprattutto in alcuni settori e in alcune aree, è destinata ad aggravarsi.
(LG-FF)