La normativa ambientale è quasi interamente di derivazione europea: una semplice analisi della produzione legislativa italiana in materia ambientale evidenzia che molte norme che disciplinano questa materia, ad esempio inerenti la classificazione di determinate sostanze (ed il conseguente divieto di utilizzo), o l’introduzione di limiti più restrittivi da rispettare, sono il recepimento di regolamentazioni europee.
È interessante notare come invece l’AUA rappresenti una novità, oltre che per l’idea di semplificazione amministrativa (in particolare per quanto riguarda il rilascio di un atto unico per la disciplina delle diverse esternalità ambientali) anche per quanto riguarda l’iniziativa del legislatore italiano, dato che essa non deriva dall’obbligo di applicazione di una direttiva
europea.
Ho provveduto pertanto a dare un’occhiata oltre confine per valutare se questo percorso rappresenta una peculiarità solo italiana, o se invece le problematiche sollevate (e la ricerca di soluzioni in questo senso) ci accomunano ad altri Stati Membri.
L’articolo completo di Edoardo Tobaldo è disponibile al link sottostante.