La pena di morte, il fallimento della giustizia

Il 10 ottobre scorso si è svolta in tutto il mondo “La Giornata Mondiale contro la morte” delle cui manifestazioni abbiamo riferito il mese scorso in una nostra News. Gli eventi di questi giorni riportano l’opinione pubblica a ridiscutere su questo argomento. Ci sembra,pertanto,opportuno riportare nel link la coerente e condivisa analisi elaborata dal Coordinamento Pena di Morte della Sezione Italiana di Amnesty International.

Nella Introduzione al documento,Amnesty Internazional scrive che “La pena di morte non è materia teorica o astratta. La decisione di applicarla implica che donne e uomini in vita siano scelti e messi a morte. La realtà della sua applicazione nel mondo è fatta di discriminazione,di minorenni condannati e messi a morte,del rischio sempre presente di uccidere un innocente o persone che soffrono di malattie mentali. Inoltre,i processi iniqui rappresentano un risvolto inaccettabile dell’omicidio di stato.
Sebbene la di morte sia spesso giustificata come deterrente,diversi studi hanno dimostrato che essa non garantisce alla società né protezione né benefici. E’la punizione più crudele,inumana e degradante ed è irreversibile. Quando tale punizione è applicata da sistemi soggetti a pregiudizi ed errori umani,il risultato è che la giustizia non sarà fatta, se non in modo corrotto.

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