La posizione degli esperti italiani sul contrasto al tabagismo

Pubblichiamo il documento “La posizione degli esperti per l’avanzamento delle politiche di contrasto al tabagismo in Italia” presentato il 4 dicembre 2018 al Parlamento Europeo di Bruxelles. Più di 70.000 italiani muoiono ogni anno a causa del fumo, illustrata la situazione del consumo di tabacco in Italia e le iniziative da mettere in campo per ostacolarlo.

Si è tenuto il 4 Dicembre 2018, presso il Parlamento Europeo di Bruxelles, un incontro organizzato da ENSP (European Network for Smoking and Tobacco Prevention) in cui è stata
illustrata la situazione del consumo di tabacco in Italia e le proposte per contrastarlo sottoscritte da numerose Società scientifiche e Associazioni impegnate nella lotta al tabagismo (tra cui Associazione Ambiente e Lavoro).

I lavori, presieduti dal Prof. Silvio Garattini, Presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, sono stati introdotti da: Nicola Caputo, Parlamentare Europeo, Francisco R. Lozano, Presidente ENSP e Antonella Cardone, ENSP. A seguire gli interventi degli esperti: Silvano Gallus, Istituto Mario Negri; Maria Sofia Cattaruzza, Vicepresidente SITAB; Roberto Boffi, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano; Enzo Zagà, Presidente SITAB; Biagio Tinghino, Past President SITAB; Laura Carrozzi, Università di Pisa; Giuseppe Gorini, ISPRO.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il consumo di tabacco rimane ad oggi la prima causa mondiale di morte evitabile, con un carico pesante di invalidità e cronicità per patologie oncologiche, respiratorie e cardiovascolari.

A fronte di una riduzione dei consumi di sigarette confezionate (27% in meno di vendite rispetto al 2000), il mercato del tabacco in Italia registra un incremento del 10% di sigarette rollate a mano e un segmento del 2-3% di utilizzo di sigarette elettroniche. Su tutto prevale l’incremento d’uso dei prodotti di tabacco di nuova generazione (heated tobacco products).

Mentre la prevalenza dei fumatori si è quasi dimezzata negli uomini (dal 42% nel 1986 al 25% nel 2017 secondo i dati ISTAT), nelle donne si è ridotta di poco (dal 25% al 21%), e negli adolescenti 15-16enni, secondo l’indagine ESPAD, l’uso nell’ultimo mese è dal 1995 in stallo intorno al 20%-25%. Inoltre, si assiste ad un aumento dell’uso corrente della sigaretta elettronica tra gli adolescenti, secondo l’indagine GYTS, passando dall’8% nel 2014 al 18% nel 2018.

Nonostante dal 1990 al 2016 la mortalità attribuibile a fumo si sia ridotta da 165 a 146 decessi per 100.000 abitanti, le ricadute sulla salute sono ancora pesanti: ancora oggi più di 70.000 italiani muoiono ogni anno a causa del fumo.

Le misure di controllo non fanno i progressi che si erano sperati nel 2005, quando l’Italia fu tra i primi paesi nel mondo a vietare il fumo nei luoghi chiusi di lavoro e di svago raggiungendo l’ottavo posto nella classifica europea degli Stati con le politiche no-smoking più avanzate.
Successivamente è scesa al 16° posto per risalire al 13° solo recentemente, grazie all’introduzione nel 2016 delle misure della Direttiva 2014/40/UE. L’Italia oggi risulta ancora poco avanzata su politica fiscale, campagne di prevenzione e servizi terapeutici.

Gli ostacoli che tradizionalmente rendono difficili i progressi sono molteplici. (Per vederli nel dettaglio andare ai documenti allegati).

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