La prevenzione della malattia tubercolare in ambiente di lavoro

Riportiamo nel link uno studio sulle “Indicazioni per la prevenzione della malattia tubercolare in ambiente di lavoro”realizzato dal Dipartimento di prevenzione medico- Area della Sicurezza e della Salute negli ambienti di lavoro della ASL della provincia di Bergamo.

Come si legge in Premessa a questo interessante studio, “La tubercolosi rappresenta un rilevante problema di Sanità pubblica, per il cui controllo è necessario un intervento organico di riduzione della diffusione della malattia nella popolazione.
“Tra le principali attività necessarie per realizzare il controllo della TBC, oltre alla terapia dei casi di TBC attiva e alla vaccinoprofilassi con BCG (indicate per talune particolari situazioni, v. DPR 465 del 7 novembre 2001), vi è l’identificazione, la sorveglianza e il trattamento preventivo dei gruppi ad alto rischio.
“Il Provvedimento del 17.12.98 elaborato dalla Conferenza Permanente per i Rapporti fra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome e pubblicato sulla G.U. n. 40 del 18.02.99 indica che i programmi di sorveglianza e controllo della tubercolosi devono essere riservati ai gruppi ad alto rischio: si considerano gruppi ad alto rischio quelli in cui l’incidenza di malattia sia superiore a 50/100.000.
Si sottolinea che “Lo scopo del presente documento, indirizzato prioritariamente ai medici competenti, è la prevenzione della malattia tubercolare in ambiente di lavoro, in termini sia di diagnosi precoce, sia di prevenzione del contagio, sia di corretto inserimento lavorativo dei soggetti provenienti dalle aree ad alta endemia con pregressa o recente malattia tubercolare.
La collaborazione dei medici competenti con le strutture pubbliche del SSN risulta fondamentale sia nella individuazione dei casi, sia nella gestione dei contatti in ambiente di lavoro, nel rigoroso rispetto della privacy e dell’uguale dignità di ogni lavoratore evitando ogni forma di discriminazione”.

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