Lavoro irregolare: emersi quasi 22mila lavoratori in nero

Edilizia e agricoltura si confermano i settori più a rischio

Lavoro irregolare, nel primo trimestre 2013:
– ispezionate oltre 65mila imprese
– emersi quasi 22mila lavoratori in nero.

Edilizia e agricoltura si confermano i settori più a rischio.

I controlli effettuati dal Ministero del Lavoro insieme a Inail, Inps e forze dell’ordine in crescita del 7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Ministro Giovannini:Uno sforzo straordinario nonostante la scarsità di risorse a disposizione

Parte delle sanzioni destinata a progetti per la sicurezza.

Il Ministro Giovannini ha ribadito l’impegno per il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2013: circa 240mila ispezioni concentrate verso forme di irregolarità nella gestione dei rapporti di lavoro e ha ricordato le misure contenute nel decreto legislativo 76/2013 appena approvato, tra cui l’importanza attribuita alla tutela dei lavoratori sotto il profilo della regolarità contrattuale e in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. A questo proposito, come ricordato dal ministro, il decreto prevede che la rivalutazione del 9,6% delle sanzioni in caso di irregolarità sia in parte utilizzata per progetti e azioni rivolti alla sicurezza.

Emersi quasi 22mila lavoratori in nero.
Tra i risultati dei controlli condotti nel primo trimestre dell’anno, che hanno riscontrato irregolarità nel 62% delle imprese ispezionate, si rileva una diminuzione del lavoro nero (-8% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente), con l’accertamento di 21.866 lavoratori totalmente sommersi.

Per quanto riguarda l’incidenza del lavoro irregolare per settore, la maggiore concentrazione si conferma nell’edilizia (55% delle aziende ispezionate), in agricoltura (50%) e nel settore terziario e industriale (entrambi con il 46%).

Fonte: INAIL

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